"Il design della tavola". Ma non della tavola come pezzo d’arredamento, ma nel senso dell’addobbo, del come apparecchiare. Questo il tema di un incontro o meglio della conversazione con Csaba della Zorza, “andato in scena” qualche giorno fa nel Flagship Store Kartell di Milano. Buona l’affluenza, con una prevalenza, se non una quasi totalità femminile, ma diversificata per fasce d’età.Giustificabile? Sembra proprio di sì.
E il merito va senz’altro a Csaba della Zorza, conduttrice televisiva scrittrice di libri di cucina e dell’arte di ricevere. Alla sua capacità di essere convincente e sicura delle proprie idee che, dette da altri e in altro modo suonerebbero spesso ovvie e scontate. Perfetta la scelta per la schermata alle sue spalle, come sull’invito, della foto di lei accanto a un gigantesco nanetto di Philippe Starck. Il simbolo del cattivo-gusto-piccolo-borghese-provinciale che Csaba combatte come il drago San Giorgio, sdoganato dal celebrato designer, diventa l’espressione del suo stile fatto di dettagli, anche inaspettati. Non ci sono state grandi rivelazioni se non si vuole considerare tale l’informazione del tovagliolo a sinistra, su cui dibattono da anni maestri/e del bon ton. Tra gli errori imperdonabili la sciatteria. Tra i diktat più a sorpresa le tovagliette adatte solo a un pranzo in giardino/terrazzo e i runner per una tavola sexy. Fondamentale le distanze tra piatto, sottopiatto, bicchieri, da calcolare con il centimetro. Qualche citazione come quella del libro Come cucinare il lupo un ricettario, per sopravvivere negli stenti della guerra, scritto nel 1942 da Mary Frances Kennedy Fisher. Da leggersi come il consiglio a non sperimentare piatti difficili negli inviti importanti. Qualche osservazione/consiglio su come servire le portate quando non si hanno aiuti. E diverse considerazioni di buon senso su vasi, candele e accessori solo decorativi.
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