Non è facile rinnovarsi nel più antico spettacolo del mondo, il circo. Solo per esserci riuscito il Circoteatro Gerolamo merita grandi applausi (da ieri al 18 febbraio a Milano). Ma c’è molto altro che lo rende davvero irresistibile e da non mancare. Intanto l’essersi inserito perfettamente in un teatro, appunto il Gerolamo, piccolo gioiello milanese di metà Ottocento riaperto nel 2017, dopo una lunga chiusura e un grandioso restauro(in basso il teatro mezz'ora prima dello spettacolo). Per l’occasione il pubblico è seduto nei palchi, mentre le poltrone della platea sono state rimosse per creare una vera, anche se piccola, pista da circo. I componenti di La Pregiata Compagnia Circo dei Sogni entrano sia dalle quinte del palcoscenico, sia dalla tenda da dove normalmente entra il pubblico. Prima dello spettacolo alcuni di loro si confondono e interloquiscono con il pubblico. Senza mai esagerare, ma creando da subito un’atmosfera.
Non c’è una vera e propria presentazione ma il regista Paride Orfei, figlio di quel Nando della famosa famiglia circense e il direttore artistico Roberto Bianchin, compaiono in scena, anzi in pista, ogni tanto con storie sul circo come quella della cavallerizza francese che portava nella platea di un teatro di Broadway i suoi purosangue o della spericolata funambola, amata da Napoleone. Ma anche con battute frizzanti, battibecchi, frasi da imbonitori riviste in chiave ironica . Così bravi da non rompere mai il ritmo, anzi da creare aspettativa tra le sequenze ben giocate di acrobati, trapezisti, giocolieri, clown, cantanti, e anche una violinista. Tutti formati nelle scuole più prestigiose con curricula blasonati o promesse di talento come Cristian Orfei, ultimo discendente della famiglia, dal sorriso che incanta e l’agilità elegante di un felino, inserito dalla rivista Circo Classico "tra gli artisti più promettenti delle nuove generazioni". Non scontato il repertorio dei clown, dal poetico Paolo Casanova "L'omino dei sogni" adorato negli Usa (foto in alto) ad Anatoli Ackerman, definito "uno dei più importanti clown del pianeta"(foto al centro). Inediti i numeri degli acrobati e delle acrobate, tutte bellissime, con piramidi di sedie, equilibrismi impossibili, capaci di generare suspense come il meglio congegnato thriller. Tutto enfatizzato dall’avere l’esibizione a pochi metri, date le dimensioni del teatro. Non ci sono animali, anche se tra le varie gag si vocifera di un arrivo delle tigri. Ci sono però dei peluche (agnellini o barboncini?) che cantano brani di lirica, canzoni popolari(O mia bela Madunina) e d’autore, alternandosi con Naimana Casanova e Daniele Tommasi che li tengono in braccio. Due geniali ventriloqui specializzati in ventriloquismo lirico.
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