sabato 5 febbraio 2022

TRE DONNE

Taddrarite è il titolo dell’atto unico in scena, fino a domani, al  Menotti Teatro Filippo Perego di Milano. E’ la traduzione in siciliano di Pipistrelli, come dice il sottotitolo. Perché nel buio, proprio come i pipistrelli, hanno vissuto le tre protagoniste, tre sorelle. Un buio non reale, ma metaforico, che non hanno scelto, ma nel quale sono state costrette con il matrimonio. 


Si ritrovano alla veglia funebre del marito della più giovane, una convincente Luana Rondinelli(a sinistra nella foto), nata a Roma ma cresciuta in Sicilia, che è anche regista e autrice del testo. All’inizio è uno scambio di ricordi e commenti accennati, tra un’Ave Maria e l’altra, che diventa sempre più un racconto dell’orrore subito tra le mura domestiche. Anni di soprusi, tradimenti solo unilaterali, indifferenza totale e soprattutto violenze, che hanno dovuto tenere nascoste. Solo una delle sorelle, la più bella e provocante delle tre con blusa scollata e tacchi alti, l’ottima Donatella Finocchiaro (al centro nella foto), è riuscita a dare un taglio netto e ha divorziato. Apparentemente è la più cinica, che non crede all’amore e da un uomo vuole solo il denaro e gli agi che può offrirle, e non ha a cuore nemmeno la figlia. Anche la terza sorella, ben interpretata da Claudia Potenza (a destra nella foto), è vedova. All’inizio sembra reticente, la frena un certo pudore formale, ma poi rivela le violenze subite, tra cui l’umiliazione dell’amica diventata amante del marito. Solo quando parla della figlia s’illumina e pensa di avere uno scopo nella vita. E poi c’è la neo-vedova, l’unica a non voler salvare le apparenze, che non ha problemi a non riuscire a piangere di fronte alla gente.  Dal suo racconto sugli ultimi giorni di vita del defunto affiora un segreto, che quasi la riscatta e le rende dignità. Nonostante la drammaticità, nelle parole delle donne, per la maggior parte in siciliano alle volte anche troppo stretto, non c’è lamentela o piangersi addosso. Rabbia certo, ma tenuta a bada e filtrata da una sorta d’ironia che spinge spesso alla risata. Senza mai arrivare al grottesco. Un buon mix, perfetto per un argomento, la violenza domestica, non mai abbastanza affrontato.  Che spiega anche i numerosi premi vinti dalla pièce.   


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