martedì 15 febbraio 2022

CHE SARA SARA'

“La fantasia come soglia di libertà”. Può sembrare una frase a effetto, un filo retorica, come dicono i francesi “per sbalordire il borghese”.  Ma nel caso di Sara Parziani è vera, reale, pensata. Del suo male, una  malattia rara del collagene, ne ha fatto un tema per la sua identità,  cogliendo la libertà di raccontarsi. Sempre in termini tra l’ironico e il surreale, senza nessun compiacimento pietistico.


 “Normalmente, commenta, le persone non vogliono sentire parlare  di vicende tristi o dolorose”. Basandosi sulla sua formazione( ha studiato con il regista pedagogo Jurij Alschitz e continua a seguire laboratori in contesti differenti) ha scritto  una drammaturgia con cui ha vinto il premio L’Artigogolo. Che, con varie aggiunte, è diventata un libro e di recente è stata portata in scena al Pacta dei Teatri durante il Festival della Scienza, a Milano. Lo spettacolo, come il libro, s’intitola Romanzo di un’anamnesi. Un titolo  che gioca sul doppio  significato della parola anamnesi. Ricordi, reminiscenze, ma anche cartella clinica di un paziente. Sola sul palcoscenico racconta la sua vita, dove  la malattia ha un rilievo importante. Cammina, fa gli esercizi che le hanno prescritto. Il monologo ogni tanto s’ interrompe per dare spazio e voce alla figura di un’infermiera pronta al prelievo o di un dottore che non sa ascoltare.  Ma anche le sue gambe dialogano tra loro, quella uscita dal gesso con l’altra, che non ha subito interventi. All’inizio non si riconoscono. “Io parlo con gli oggetti, confessa Sara, per esempio converso con il frigorifero che chiamo il mio migliore amico gay. Gli racconto i miei problemi”. Ogni tanto durante le medicazioni parte una radiocronaca scritta da lei e recitata da un attore. Sono un lui e una lei che s’incontrano e ne nasce una conversazione folle.  Il libro è edito dalle Edizioni ChiPiùNeArt nella collana Le nebulose. In marzo, a Milano, in data e teatro ancora da definire, è prevista la replica dello spettacolo.  

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