E’ vero che si può presentare un marchio raccontando un’atmosfera che faccia individuare uno stile. Al quarto giorno di una fashion week, tutta in streaming, si capisce il concetto e lo si apprezza. Va bene potenziare le immagini, creare suggestioni, far prevalere la cornice sugli abiti. Perfino gli eccessi sono graditi e comprensibili, meno comprensibili le incongruenze. Come il video di una vera sfilata con più di venti modelli, in uno spazio illuminato solo da una luce naturale che filtra da finestre-tagli: poco meno di un buio totale. Le prime uscite sono suggestive, generano aspettativa, coinvolgono, ma quando si trasformano in una sfilata di cui non si riesce a vedere nessun capo, interrotta da qualche inutile close up sui visi dei ragazzi, ci si chiede perché tutto questo. L’effetto sorpresa non c’è e non c’è nemmeno un’immagine forte da trattenere nella mente e i capi restano sconosciuti. Peccato per il marchio coreano Solid Homme, perché dietro la collezione c’è molta ricerca. Meglio la tenera storia d’amore che ha il suo centro in un campo rom proposta da Vaderetro che più che un brand si definisce un art de vivre. I capi, pochi, sono i costumi di scena. O il quasi thriller con inseguimenti e sguardi da lontano nel verde tra grotte e passaggi tra gli alberi, scelto da Justin Gall per il suo brand Gall, finalista allo scorso Who’s on next. Interessante anche il Dalpaos witch project (foto in alto). Andrea Dalpaos, creativo fondatore del marchio omonimo, s’ispira all’inquietante The Blair witch project, film presentato al Sundance Festival nel 1999. Due ragazzi e una ragazza vanno in un paese per indagare su una leggenda locale di strane presenze. Si perdono nel bosco, dove dormono due notti e qua e là trovano cuori che segnalano il passaggio di qualcuno, oltre che due manichini bianchi. Fortunatamente è tutto un sogno.
Un'opportunità per mostrare una collezione significativa fatta da contaminazioni di generi. Definirlo più tradizionale non è corretto per il video di Woolrich, che comunque fa vedere bene i capi e soprattutto ne mostra la doppia valenza: per i freddi polari della montagna e per un vestire confortevole e urbano. Privilegiata, come sempre, la cura dei materiali e dei dettagli, finalizzati a una migliore funzionalità e vestibilità (foto in basso).
Nessun commento:
Posta un commento