Riproporre la tragedia greca è
sempre un’operazione coraggiosa. Specie se lo si fa in un teatro normale, e non
si cerca una trasposizione in chiave contemporanea come scenografia e costumi.
E’ il caso di Medea di Euripide
nell’adattamento di Romina Mondello, che ne è anche la protagonista. Dopo
essere stato rappresentato, con grande successo, al Teatro Olimpico di Vicenza
per il 72° ciclo di Spettacoli Classici, Medea
approda al Teatro Menotti di Milano con la regia di Emilio Russo. Sul
palcoscenico, forse lo spazio davanti al Palazzo di Creonte, nessun elemento
che lo identifichi, ma una barca invasa da reti e delle casse che alludono alla vita instabile e senza più
riferimenti di Medea. E’
un’ambientazione sfumata che non vuole prevaricare ma solo comunicare il senso dello spaesamento, come
i canti della brava Camilla Barbarito. Il ritmo, piuttosto lento all’inizio, si
fa di momento in momento più concitato. Corrisponde alla trasformazione di
Medea da donna fragile che non riesce a superare il dolore di essere stata
lasciata da Giasone nella determinata e crudele assassina, anche dei suoi
figli. Che uccide non tanto per un gesto di disperazione quanto perché,
generati da lei, fanno parte di quel corpo, che come dice nel primo monologo, è
assoluta proprietà del marito. Per lei come per tutte le donne. Ed è proprio
questo aspetto ben evidenziato che rende la vicenda ancora più drammatica. Dietro
al gesto di Medea non ci sono la passione d’amore esasperata e la gelosia accecante, ma si può
quasi vedere un’operazione, folle e
orribile certo, ma emblematica e di riscatto della figura femminile. Accanto a
una talentuosa Romina Mondello, perfetta in quel ruolo, Alessandro Averone è un Giasone sempre un po’ sopra le righe, ma
giusto per raccontare un personaggio ambiguo, cinico e credulone nello stesso tempo, troppo interessato all’ascesa sociale attraverso il matrimonio con la figlia di
Creonte per pensare ai sentimenti di chi gli sta intorno. Fondamentali per entrare nella storia gli altri quattro
attori. Le musiche, che ben accompagnano o si sostituiscono al recitato, sono
di Andrea Salvadori, Premio Ubu 2018, il riconoscimento più importante di teatro
in Italia. Medea è al Teatro Menotti fino al 27 ottobre.
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