Se qualcuno vuole farsi un’idea di
quanto il fenomeno delle contaminazioni stia prendendo campo, il festival del Viaggio, a Biella fino al 12 gennaio, è il luogo
deputato. Basta vedere la varietà di mostre distribuite nei tre palazzi del
Piazzo. Al Palazzo Gromo Losa, si scoprono linguaggi dell’arte e della
fotografia diversi da quelli di Palazzo Ferrero. A cominciare dall’atélier nomade e stanziale di
Stefano Faravelli, dove l’artista mette insieme in cornici ad hoc, suoi carnet
de voyage con disegni realizzati en plein air, testi di botanica, bestiari, rielaborati con scritte di grande
humour e creatività. Si parla di tecniche miste, di tempere e acquerelli su
carte speciali piuttosto che su moleskine(foto in basso). Maurizio Vezzoli parte da immagini
in bianco e nero delle Eolie per arrivare a quelle a forti colori della cucina,
altrettanto colorata, delle isole. In
4X10 quattro fotografi di quattro diverse età ritraggono quattro luoghi del
mondo lontani tra loro: dal periferico quartiere milanese dell’Ortica alle
colline del Monferrato astigiano, dal Maranhao il più povero stato brasiliano, a
fonderie e fabbriche del Madagascar. Viaggio e artigianato è la contaminazione della piccola mostra Baton de voyage curata da Nurye Donatoni
dell’Institut Valdotain de l’Artisanat de Tradition (foto in alto). Nei saloni con trompe l’oeil di Palazzo La Marmora è di
scena la moda con Sixforsix, che contamina appunto moda, cinema, video.
Attraverso sei personaggi, viaggiatori per lavoro e passione, racconta
versatilità e raffinatezza di un marchio mito del biellese, il Lanificio F.lli
Cerruti 1881. Ecco ripresa nella vita londinese la stilista di cappelli
Sarah-Ann Murray. Tra calli e canali veneziani Alberto Barbera, direttore
artistico della Mostra del Cinema di Venezia e biellese. Tommaso Spadaccino,
altro biellese promessa della danza, è ripreso mentre balla a Milano tra
l’Accademia della Scala dove studia e la galleria. Ritratto a Biella, la sua
città, Alex Gariazzo musicista e chitarrista. E’a Parigi Eric Charles–Donatien artista
della piuma con cui caratterizza décolletées
e sneakers. A Stoccolma s’incontra il giovane influencer disabile Emil
Levin. Dopo aver visto i video, il visitatore è invitato nella sala attigua per
indovinare tra i completi sui manichini, quello creato dai creativi del
Lanificio per ognuno dei sei. Se per l’unica donna, per il più classico Barbera
o per il ballerino alla ricerca della massima vestibilità il gioco è semplice,
non lo è altrettanto per gli altri, ma le colonne e un pannello con foto e
caratteristiche di ognuno dei personaggi danno le risposte (foto al centro). Assolutamente da
vedere la piccola sala con appesi, come quadri, gli scampoli di tessuti. Da
sollevare uno a uno per scoprire sotto frasi sul viaggio, scritte da celebrità
e anonimi.
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