foto Daniele Pellegrini |
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Pioggia torrenziale e dense nebbie
non hanno tolto fascino a Biella Alta, dove si è aperta la terza edizione di Viaggio, orizzonti, frontiere, generazioni,
il festival che fa incontrare viaggio e
arte.
Si svolge fino al 12 gennaio, come sempre, nei tre palazzi del
Piazzo, con qualche appendice in location vicine. A inaugurare, a Palazzo
Ferrero (nella foto in alto il cortile), varie presentazioni di libri che a immagini o a parole, con dialoghi o
interviste hanno fatto
viaggiare il pubblico, sotto i soffitti affrescati(foto a destra). Dopo
la presentazione venerdì di La Via dei
Sassi, da Bari a Matera lungo il cammino Materano, di Andrea Mattei, il
sabato è stata la volta della Neos, associazione di giornalisti di viaggio, di
cui alcuni soci, con varie formule, hanno presentato i loro libri. Così Pietro
Tarallo, presidente Neos e autore di Il
giro del mondo in 80 paesi e Federico Formignani, autore di Ricordi di viaggio, hanno dialogato, con
un amarcord di aneddotica, dove gli incontri con la gente si sono rivelati
insostituibili protagonisti. Alberto Siliotti, che vive tra Italia ed Egitto,
ha parlato dell’ ultimo libro, dedicato a Giovanni Belzoni, l’esploratore
pioniere dell’archeologia, sconosciuto ai più, che a cavallo tra 1700 e 1800 ha fatto aprire il
tempio di Abu Simbel, è entrato per primo nella piramide di Chefren, e a cui
finalmente la sua città, Padova, rende omaggio con una mostra. Enrica
Simonetti, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno di Bari, appassionata di
mare e velista, ha incantato la platea con immagini e storie sui fari, raccolte
in Giro intorno ai fari d’Italia,
edito da Laterza. Domenica, Fabrizio Ardito esperto di cammini, ha raccontato le sue esperienze racchiuse in diversi brillanti libri-guida. Firmata dai fotografi Neos Sguardi dal mondo, scatti non convenzionali da dove emerge il diverso modo di
guardare il mondo intorno, ribadito dalle didascalie (foto al centro). Tra le altre esposizioni,
sempre a Palazzo Ferrero, la curiosa piccola rassegna volante di Edoardo Bernascone che attraverso svolazzanti,
appunto, foto appese a un filo fa rivivere i 12mila chilometri, da Biella alla
Mongolia, percorsi in bici in un anno. Ogni
cento metri il mondo cambia s’intitola la collettiva di cinque artisti che
con differenti linguaggi visualizzano temi di un’attualità preoccupante. Come
le foto intrecciate di Gigi Piana che
richiamano l’attenzione sul disfacimento della natura causato dall’uomo. Le
fiabe, il mito, le leggende metropolitane rivivono nelle surreali sculture in
resina di Tiziano Soro. Invitano a un viaggio nella fantasia le luminarie in legno
e luci a led di David Cesaria.
Ottima sintesi!
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