domenica 5 febbraio 2017

LEGEND AND THE CITY





La più conosciuta e resistente nel tempo è quella dei coccodrilli nelle fogne di New York. Nonostante le numerose smentite, ovviamente mai ufficiali, continua ad avere i suoi credenti.  Supportati dalla passione in aumento per i pet stravaganti. Le leggende metropolitane fiorite negli anni Ottanta sono a poco a poco  scomparse quasi in concomitanza con l’uso di Internet e dei Social, che hanno sostituito il passaparola nella circolazione delle false notizie. E le hanno rese meno interessanti. Non così universale e internazionale come la 


leggenda dei coccodrilli nella grande mela, ma fortissima, almeno nel nord Italia quasi per un anno, la bufala del topo delle Filippine. Ben congegnata, metteva insieme il gusto per i trekking dei post fricchettoni e la propensione ad adottare  cani. In un certo giro di gente tutti avevano  amici che  avevano raccontato  di cosa era successo ad amici di amici. I nomi non si facevano mai. Ma la storia era sempre più plausibile tanto che la smentita era stata data addirittura in prima pagina di un noto quotidiano. Gli autori erano due spiritosi giornalisti,  decisamente capaci di trattare le notizie. Meno seguita, nello stesso periodo, la storia della vecchietta che chiedeva un passaggio di sera e una volta salita in macchina scompariva nel nulla. Da qualche mese a Milano,  sfidando Facebook, Instagram e via dicendo, è comparso il caso delle signore sulla 94. Essendoci varie pezze d’appoggio si può perfino pensare che non sia una leggenda metropolitana. Su quell’autobus con un percorso  centrale, una frequentazione piuttosto alta come reddito, e quindi  ottimo bacino di utenza per ladri e borseggiatori, due o forse tre o anche quattro amiche, professioniste ora in pensione,tutte vittime di furti sulla 94, hanno deciso di vendicarsi. E così viaggiano su quell’autobus, quasi tutti i giorni, elegantemente vestite e con attraenti borse, firmate e un po’ aperte, in cui infilano  una molletta tipo trappola per topo, che se toccata dal  malintenzionato si richiude sulla mano. Con intuibili conseguenze. Non resta che aspettare di sapere la verità. Intanto qualcuno si chiede se le centraline semaforiche diventate tele d’artisti  siano per caso telecamere(foto Carolina Sandroni). 

Nessun commento:

Posta un commento