mercoledì 7 settembre 2016

L'AMORE AI TEMPI DEL FESTIVAL



E’ stato uno dei film più applauditi a Venezia, ma probabilmente non vincerà il Leone d’oro. Eppure Frantz del francese François Ozon è un grande film d’amore, romantico e appassionato, ma nello stesso tempo pieno di colpi di scena e di suspense come il migliore dei thriller. C’è chi ha scritto che “affonda il pedale nel melodramma  ma non arriva mai al cuore della storia”. E invece tiene continuamente in tensione, ma lascia anche assaporare i momenti belli.  Quel passare dal bianco e nero dei primi tempi al colore quando le cose sembrano avere una ripresa positiva, non è un effetto per stupire, si avverte appena, sembra naturale per accompagnare la narrazione. Nonostante la vicenda abbia una collocazione temporanea e logistica vista spesso nel cinema, un paese della Germania dopo la prima guerra mondiale, e ruoti intorno a Frantz, un ragazzo di 24 anni ucciso nel conflitto, non c’è niente di scontato. I personaggi sono ben tratteggiati e tutti  veri, reali, mai eccessivi. Dal padre medico duro e inflessibile, ma capace di commuoversi, alla madre che cerca di tenere insieme i pezzi di una situazione difficile alla fidanzata Anna, la giovane e  bravissima Paula Beer . Una ragazza bella ma spenta, che vive nel ricordo,  costretta  per  generosità ad abitare con i genitori del rimpianto fidanzato. Anna di colpo rivela una forza e una determinazione straordinarie , che la rendono viva e contemporanea e spingono a fare il tifo per lei. E poi c’è Adrien, il giovane francese che compare all’improvviso come amico di Frantz. Lo interpreta Pierre Niney, uno dei più giovani attori della Comédie Francaise  che era stato Yves Saint Laurent  nel biopic di Jalil Lespert. Nel film è un uomo triste, di cui non si capiscono i pensieri, con dei flash back che rendono strana e ambigua la sua amicizia con il morto. Ma il vero protagonista che tiene in mano tutte le corde è l’amore che spinge ad attraversare le montagne, a lasciare le sicurezze, ad affrontare l’ignoto.  

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