Il
tema della diva o dei divi del passato dimenticati e ridotti a tristi figure non è dei più nuovi al teatro e
al cinema. E’ vero che i modi per affrontarlo sono molti e si prestano a
svariate sfumature. Chiara Passaniti e Claudio Gay, autori e attori, per
“Dive-Gli ultimi fuochi” ne hanno trovato uno eccellente, giocando su corde
differenti senza sfiorare mai la banalità. Lo spettacolo ha spunti comici ma
non cade nel grottesco. Prende dalla commedia brillante, ma occhieggia a Beckett.
Assume toni forti senza indulgere nel tragico. Commuove ma con il filtro
dell’ironia. L’unica concessione “ruffiana” sono le musiche. Ben scelte,
spaziano da Les Feuilles Mortes di Brel a Cavalleria Rusticana, a Tempi
Moderni. Alcune suonate dal vivo al pianoforte da Claudio Gay (compositore
selezionato alla Biennale College di Venezia, lo scorso ottobre, con l’ opera “Tre
cose (a caso) sull’amore”, regia di
Chiara Passaniti).
Minimale
e caotica nello stesso tempo la scena a fare da sfondo alla quotidianità della
vecchia coppia di divi. Tra dispute sul tubetto del dentifricio, liti sul
conteggio dei successi, tradimenti rinfacciati. Meno convincente, forse perché
in odore di virtuosismo didascalico,l’apertura con i due da giovani, blindati
nel loro mondo di star. Ottimo invece il finale che segue alla partecipazione
in televisione della coppia, intervistata da voce femminile fuori campo,
espressione di un modello comportamentale “luogocomunista” tanto becero e senza
stile quanto realistico. Tale da riuscire a riscattare dal patetico e
illuminare di una luce da vincenti gli anziani attori.
Grande
successo alla prima rappresentazione domenica scorsa a Milano, nel teatrino
dell’Associazione Ohibò. Si spera in prossime repliche.
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