mercoledì 17 dicembre 2014

LA NUOVA CITTA' CHE SALE


E’ un peccato che la  scultura di Maria Cristina Carlini sia a  Rho Fiera Milano, dove  quando ci si va  si  è sempre troppo di fretta per apprezzarla come dovuto. In acciaio corten e legno di recupero, alta dieci metri, è installata su un laghetto davanti 
                       al Centro Congressi. Come tutte le opere della scultrice ha un titolo “La nuova città che sale”. E’ una scala che non finisce con un gradino o un piano, ma con una punta. Non è tortuosa, ma ha l’aria di essere accessibile. Come osserva Camillo Fornasier,  consigliere delegato arte e cultura Fondazione Stelline, pone una domanda, ma di positività. “Finisce nel cielo o si contrappone al cielo”. Si chiama in modo  simile  a un dipinto di Boccioni di un centinaio d’anni prima “La città che sale”. Secondo il presidente della Fondazione Mudima Gino Di Maggio pochi artisti avrebbero osato. Eppure la scelta del nome per Carlini non è dettata d’arroganza, ma esprime una considerazione sull’opera. Entrambe, infatti, pur diverse tra loro, raccontano gli inizi di un secolo pieno di innovazioni. A fare da cornice  sono il palazzo Vela di Fuksas e i due edifici scuri di Dominique Perrault, con i quali dialoga in sintonia. Secondo Philippe Daverio, Maria Cristina Carlini, come Pino Spagnulo e  Giovanni Kounellis,  sono artisti capaci di stabilire un linguaggio comune, che li identifica “nella tribù”. Le loro opere di quel colore ruggine, sono in armonia con l’architettura contemporanea, parlano lo stesso linguaggio. “Perché senza linguaggio non esiste l’arte”. E la ricerca dei materiali e l’uso di alcuni insoliti, sempre in  armonia con lo spazio intorno, sono la caratteristica forse principale dei lavori di Carlini(dai campus universitari di Denver  alla Città Proibita di Pechino, al Lungomare di Reggio Calabria, ecc.). “Mi piacerebbe fare delle sculture e sapere dove vanno” dice l’artista, in genere  restia a parlare delle sue creazioni e delle sue fonti d’ispirazione: “Vorrei che ognuno ci potesse vedere quello che vuole”.


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