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Nornehuset (B & B) |
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Una finestra a Skudeneshavn |
Sono
anni che le aringhe hanno lasciato Skudeneshavn, nel sud della Norvegia, vicino
a Haugesund. Forse non torneranno più. Le case dei pescatori però sono rimaste.
Tutte in legno e dipinte di bianco testimoniavano, un tempo, la ricchezza
raggiunta. Ora sono un’attrazione.
Il turismo ha sostituito la pesca. Le barche ci sono, anche in legno, ma
nessuna salpa all’alba. Il relax ha preso il posto del duro lavoro.
L’abbronzatura e la ricerca del vento giusto sono diventati l’unico scopo
dell’andar per mare. Nonostante il
bianco perfetto e i giardini curati dove nulla è affidato al caso, niente è
stucchevole. Sarà per quel piano urbanistico di fantasia. Per cui le case non
sono costruite seguendo le normali linee rette, ma aggirando, pigramente, le rocce, che spuntano a sorpresa e
numerose su quella costa. Sarà perché non tutto è prevedibile. Vicino a un
ponticello, a metà fra Disneyland e una scenografia di teatro, c’è una casa, ovviamente
bianca. Vi si accede per una scala zeppa di fiori dove un remo serve da
corrimano. Solo una discreta scritta rivela che è un bed & breakfast. Ha una struttura un po’ diversa dalle
altre, dicono che sia arrivata da Riga su una delle tante navi che venivano dal
Baltico. Un’altra casetta da lontano non
sembra di legno, in realtà lo è. Ma il legno è trattato per simulare il
più avveniristico mattone dei ricchi. C’è perfino un museo.Racconta un’epoca, con tanti vecchi
oggetti e le stanze dove viveva una famiglia, lasciate così come erano. Sembra che vi si aggiri il fantasma dell’ultima proprietaria. Per i
patiti dello shopping, tra gli indirizzi suggeriti, la bottega-bar di Helen
Audunsdottir. Bevendo un caffè,
tra gli scaffali di libri, si può scegliere un gioiello, etnico of course, un
maglione norvegese un po’ ruvido secondo tradizione, ma con accostamenti di
colori inediti e non scontati. O una delle gonne patchwork di seta indiana,
pezzi unici realizzati da un’amica di Helen. www.visithaugesund.no
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