Il
faro a Utsira c’è, ma da molti anni si accende solo una volta al mese, anzi
ogni 28 giorni quando c’è la luna piena. In quelle notti che in Norvegia
possono essere infinite o brevissime. Il guardiano del faro non abita più qui.
Della vecchia stazione metereologica del 1873 rimangono solo le scritte delle
12 condizioni di tempo possibili, dal klarb(sereno) al sludl (pioggia e neve)
la più fastidiosa. In una casetta a fianco sono ospitati artisti dal mondo,
come il polacco Twardowski, appassionato di paesaggi nordici. In un’altra c’è una galleria
d’arte. Ora , da vedere i ritratti che Marit Eide Klovning sta facendo alle donne
di Utsira, l’isola dalla corrente forte. Madri,figlie, nonne. Sono cinquanta.
Deve ritrarne ancora quaranta. In
un’isola di 209 persone, le donne, anche se in minoranza, sono importanti.
Nell’ultimo consiglio comunale ne sono state elette dieci e un solo uomo. Tra
queste le bionde Helen e Guru, che aiutano nel turismo Maria e Tove,
affiancata dal marito Atle. L’isola non è nuova al matriarcato, c’è stata un
sindaco donna dal 1926 al 1934. La sua casa di legno, sulla strada che sale
verso il faro, è in vendita e una statua la ricorda al municipio-biblioteca.
Proprio davanti al complesso scuola-asilo con il tetto di erba per insegnare ai ragazzi a coltivare le
piante, in una terra ingenerosa strappata alle rocce di granito e al sale. Per
tradizione le donne si occupavano di tutto nell’isola, mentre gli uomini erano
fuori a pesca. Ora non pescano più. Dell’ attrezzato porto, rimane solo un
approdo per il ferry boat che tre volte al giorno d’inverno e quattro d’estate
porta auto e persone da Haugesund. Gli abitanti di Utsira lavorano sulle
piattaforme petrolifere. O sono impegnati nella scuola, negli uffici pubblici o
nell’unico negozio di alimentari, ben rifornito di aringhe. Le migliori sono
quelle di Sildaloftet che è anche un bed & breakfast, l’alternativa al
minimale e nordico Bolgen. La
chiesa è in legno bianco, con interno dalle balaustre azzurro e rosa confetto,
come una torta di compleanno. E un modellino di veliero che pende dal soffitto.
Tove a Atle si sono sposati qui. Per mangiare si va da Naustet
a qualche metro dall’acqua. Cosy, tutto in legno,con candele sui tavoli
e una cucina creativa che punta sul pesce, ma si sbizzarrisce anche in zuppe al
rabarbaro. Al piano di sopra c’è uno shop di pezzi d’artigianato: dai gioielli
come il braccialetto fatto con un cucchiaio ai calzerotti di lana lavorati ai
ferri, in colori shock.
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