giovedì 11 luglio 2013

DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI MODA

 Ressa nel quadrilatero (2012)
Il cortile di Palazzo Morando
La tanto attesa Vogue Fashion’s Night Out a Milano sarà il 17 settembre a ridosso delle sfilate della donna, che iniziano il 18.  Lo hanno annunciato Franca Sozzani, direttore di Vogue e Cristina Tajani, assessore alle politiche per il lavoro, sviluppo economico, università e ricerca . Entrambe hanno ribadito che è un modo per rendere la moda più alla portata di tutti. Palazzo Morando in Via Sant’Andrea,  con il museo di moda e costume e le raccolte di arti applicate, diventerà, dal mattino del 17 fino alla fine della settimana della moda, il punto di riferimento dei non addetti al settore, con una serie di eventi e iniziative. Non ci saranno invece variazioni e novità per gli orari e le localizzazioni. Le vie coinvolte, oltre a quadrilatero  e dintorni, saranno Via Brera-Via Solferino, Piazza Tommaseo-Via Mascheroni. Come nelle precedenti edizioni ci saranno dei prodotti (le immancabili T-Shirt?) creati dai marchi per l’occasione, a prezzi accessibili. L’introito della serata  servirà  per la riqualificazione  di un campo sportivo a Quarto Oggiaro. “Per dimostrare che la moda non è solo in centro”. Affermazione che fa sorridere, ma rivela  buona volontà. Più prammatismo invece nell’idea di un temporary shop,  dal 17 fino alla fine  delle sfilate, per i giovani stilisti in concorso. “Bisogna aiutarli a inserirsi nel mondo del lavoro” ha detto Sozzani. Sarà premiato un personaggio, per ora top secret, e ci sarà un’iniziativa  con sei artisti sponsorizzata da Lavazza. Obiettivo  finale  il tanto rincorso  “fare sistema” e valorizzare il made in Italy . ”Noi siamo bravi a creare, ma non sappiamo comunicare quello che facciamo” ha  spiegato il direttore di Vogue. Deciso  anche il suo commento sulle acquisizioni di marchi italiani da parte di stranieri. Il recente caso Loro Piana Arnault ha fatto scrivere  articoli su articoli  e non solo nelle pagine economiche, le radio anche le più frivole, hanno fatto sondaggi sull’argomento. Sozzani si è dichiarata assolutamente favorevole. “Se il marchio continua a essere italiano e si protegge il made in Italy, non importa chi è il compratore.  In questo modo si fanno nuovi investimenti e si  aprono  posti di lavoro.  Se le banche non lo fanno, è bene che lo facciano i privati”. Qualche esperto di finanza potrebbe arricciare il naso di fronte a questo ragionamento semplicistico, ma il suo buon senso è innegabile. 
 

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