Al primo impatto stupisce la dimensione delle foto.
Tutte in bianco e nero, ma questo lo si sapeva, ravvicinate fra loro e grandi (o
piccole) quasi come un foglio A 4. Ma basta avvicinarsi per capire che formato e
disposizione sono ideali per la mostra di Giovanna Dal Magro, un lungo racconto
da leggere capitolo per capitolo, dettaglio per dettaglio. E il titolo Milano anni’70 – Quando pensavamo di
cambiare il mondo, lo annuncia e lo spiega bene. A differenza di quanto
forse ci si potrebbe aspettare il focus non è sul ’68 e dintorni e quindi sulla
contestazione, i movimenti e i cortei studenteschi. E’ piuttosto un quadro, una
visione a 360 gradi che spazia nell’arte, nella cultura, nello spettacolo e
nelle nuove formule. E di cui i veri protagonisti sono le persone. Che possono
essere gli operai in manifestazione a Piazza Duomo, la signora all’esposizione
alternativa, l’attore del Living Theatre in Galleria Vittorio Emanuele (foto al centro), Marina Abramovic nella sua prima discussa performance o Francisco Copello al trucco
nel camerino, gli Intillimani in concerto, John Cage che legge al Teatro lirico (foto in alto),
Federico Fellini in un’espressione curiosa, Gillo Dorfles che conversa con
Bruno Munari. E molti altri che Dal Magro, esperta ritrattista, riesce a
cogliere, in una luce particolare. Sempre la stessa, perché nata dalla sua
sensibilità, ma in realtà capace di
adattarsi e diventare di volta in volta parte integrante e caratterizzante del
soggetto. Come scrive nella rigorosa ma illuminante prefazione del catalogo
Alberto Maria Prina, pittore, grafico e designer, anche lui tra i fotografati
“Ne risulta uno scorcio del decennio…sufficiente per confezionare un fascicolo
corposo su ciò che siamo stati, pronto per la biblioteca della memoria…”. La
mostra è da vedere, a Milano, fino all’8 giugno alla Galleria Il Milione, affacciata sul
fascinoso cortile di una casa di ringhiera in Via Maroncelli. Scelta perfetta.
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