lunedì 21 maggio 2018

MOMENTI DI NON TRASCURABILE ELEGANZA


 Anna Bonino, Mishy Gregori, Laura Terranova, Sonja Tagliavini, Gabriella Maveri
Stupisce che sia stato a poche centinaia di metri da un ex sobrio e austero palazzo ora deturpato da una vistosa, quanto inutile illuminazione. O ancora che in vetrine vicinissime lo sgargiante e il pacchiano abbiano il sopravvento su abiti e accessori di grande bellezza, virtuosismi artigianali e di creatività. L’impressione di essere catapultati in un mondo 

dove il kitsch
è stato preso troppo sul serio è ricorrente nelle cosiddette vie della moda. E Milano non è da meno. Per cui quando ci si trova di fronte a una realtà che non rientra in questa panoramica, la sorpresa è forte. E’ stato così per l’iniziativa, che si ripete ogni anno a maggio, di chic e intraprendenti signore allo Spazio Cernaia in Brera, in una palazzina fine ‘800 con un inaspettato, delizioso giardino, proprio dietro l’abside della Chiesa di San Marco, dove nella canonica Mozart visse tre mesi. Qui Sonja Tagliavini ha proposto un succoso assaggio della sua Cucitoria, pezzi made to measure, dal taglio e la vestibilità perfetta, mai banali, ma neanche pesantemente caratterizzati. Quel giusto equilibrio, tipico del buon gusto che si ritrova anche nella scelta di accessori vintage, soprattutto borse, di Laura Terranova. Pellami esotici, griffe famose, ma all’insegna di un understatement esemplare. Mishy Gregori ha mostrato i suoi foulard con immagini fotografiche, per un tocco di eccentricità calibrato e mai sopra le righe. Anna Bonino per Crizu ha incuriosito con le  piccole sculture e i gioielli, realizzati con la carta piegata di vecchi libri. Infine Gabriella Maveri, padrona di casa, ha esposto i frutti della sua Ricerca, oggetti di ieri e di oggi, design e tradizione, dal portaritratti al vassoio. A completare l’evento la mostra di Antonio Casalino(v.foto in alto) e Gaia Maveri, artisti che partono da presupposti quasi opposti ma uniti da un comune spirito geometrico. Parte del ricavato delle vendite è stato devoluto al Centro di Accoglienza della Chiesa di San Marco. 

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