sabato 5 maggio 2018

SVOLTA PAGINA

 Alberto Patrucco (foto Luca Rossato)

Il titolo è lo stesso e anche il filo conduttore dell’aspirante cabarettista brianzolo che arriva a Milano a fine anni ’70. Ma questo C’era una svolta, quinto appuntamento della rassegna di narrazione e contaminazione Talkin’Menotti, al Teatro Menotti di Milano dal 4 al 6 maggio, è completamente rinnovato e aggiornato nei contenuti. In scena sempre Alberto Patrucco, che con Antonio Voceri è autore dello spettacolo. Lo schema lo stesso, un monologo in forma di racconto interrotto da canzoni, con l’accompagnamento di Daniele Caldarini, che ha curato gli arrangiamenti, al piano, Francesco Gaffuri al contrabbasso e Jacopo Pugliese alla batteria. Delizioso l’inizio in cui Patrucco rivela di non avere voluto  effetti speciali e proiezioni per una questione di budget e invita il pubblico a chiudere gli occhi e immaginarseli, fornendo degli spunti. Quindi segue una sequenza esilarante di quadretti, storielle, antefatti, previsioni, critica indiretta, mai dall’alto o compiaciuta. Un’alternanza di comicità d’impatto e sottile ironia, satira arguta e surrealismo, riferimenti alla realtà e visioni fantastiche. Senza mai sfiorare, anche negli esempi più boccacceschi, la volgarità. Così nel commento all’articolo del giornale sulla cattura del masturbatore seriale di Sarzana e  sulla difficoltà della polizia ad ammanettarlo. O quello sui piedi delle nuove generazioni aumentati a dismisura. O ancora la rilettura dei più famosi proverbi latini. Qualche accenno ai personaggi pubblici, da Trump a Rita Pavone, senza mai insistere e dribblando qualsiasi possibile banalità. Trascinante Patrucco quando canta Georges Brassens, di cui ha tradotto i testi, valorizzando e mettendone in risalto intelligenza e poesia. Per far emergere un ritratto straordinario dello chansonnier, profondo, sensibile, fuori dagli schemi, contrario a prendersi sul serio. Come quando, ricorda Patrucco, a un giornalista che gli chiese cosa faceva la mattina quando si alzava, rispose: “Mi rivesto e torno a casa”.    

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