Un
mix di tradizione e innovazione è la ricetta vincente del Grand Hotel Bristol di
Rapallo. Un obiettivo abbastanza comune, certo, ma non così facile da raggiungere.
In quel primo tratto di via Aurelia che dal centro di Rapallo porta a Zoagli,
l’hotel si staglia imponente. Con la sua architettura Belle Epoque evoca
vacanze in Riviera di magnati e teste coronate. L'impressione prosegue oltre
il cancello e sul viale a curve che porta al piazzale d'ingresso.
Appena si entra l'effetto è una hall che potrebbe essere in un grattacielo di
New York o in un resort di ultima generazione. Ma subito le enormi vetrate che
danno sulla terrazza con vista sul Tigullio, ti fanno capire dove sei. E
soprattutto quei riquadri in legno sui vetri ti riportano al lusso di un tempo.
C'è contrasto, ma non ci sono forzature o stonature. La stessa armonia si
ritrova nel salone con bar, dove l'alternanza di contemporaneo e passato è
ancora più forte, quasi emblematica. E non solo nell'arredamento. Il
parquet è interrotto da inserti in un legno più chiaro, come fossero tappeti.
Il bar, tutto vetri e specchi, è più che attuale. Le poltrone Vanity Fair di un
rosso, non da tradizione, convivono con i grandi lampadari a gocce e le
maestose porte-finestre a riquadri. A sorpresa, appese al muro, cornici un po'
kitsch con cuori, per foto e selfie. A uso e per le modalità di comunicazione
dei millennials e non solo. Con lo stesso spirito sono studiati gli aperitivi
speciali, programmati uno al mese dal 31
marzo al 1° giugno. Coerente con il difficile equilibrio
raggiunto pure la musica. Forse un po' alta per la conversazione, ma dal vivo, con un dj set e un repertorio variegato che pesca anche negli anni ‘70 e ‘80. Al bar, accanto
agli spritz e agli immancabili mojito , rivisitazioni fantasiose dei grandi
classici come un Negroni addolcito dal cardamomo. Sul banco degli appetizers,
serviti da un giovane aiuto chef, versione finger food di piatti tipici, prevalentemente
della cucina ligure, deliziosi fritti e
una rassicurante pasta al forno, per chi non ama le sperimentazioni.
Tutto molto alcolico compreso il daquiri. Molto bravo il barman a prepararli. Un'esperienza da ripetere e da consigliare.
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