Un’ennesima dimostrazione di come il Bardo a
distanza di secoli continui a essere di straordinaria contemporaneità. Ma non è
certo per questo che Otello-L’ultimo
bacio, andato in scena ieri al Teatro Ciak di Milano, è uno spettacolo
notevole. Intrigante, romantico,
struggente, come dice la locandina, coinvolge così tanto che all’uscita si
sente la gente che cerca di intonare i brani clou. Perché questo Otello è un musical, anzi un’opera
musical. Non ci sono parti recitate, ma tutto è cantato. Le liriche sono di
Fabrizio Voghera, che ne è anche l’autore, nonché Otello sulla scena, e di
Francesco Antimiani che ha il ruolo di Iago. Entrambi si sono rivelati al
grande pubblico con l’applauditissimo Notre
Dame de Paris di Riccardo Cocciante. Uno spettacolo sicuramente
complesso
da portare sul palcoscenico, studiato nei minimi particolari, che ha richiesto
più di un anno di preparazione, anche per la difficoltosa ricerca della produzione e della
distribuzione. L’ambientazione è Venezia, come nell’originale, ma una Venezia
fuori degli schemi, industriale, con flash di Cipro, vista come porto. La scenografia di Massimo
Voghera è essenziale, si avvale di carrelli per cambi veloci di luoghi.
Gli arredi sono assoluti, non legati ai tempi,
neutri, a parte forse la camera da letto di Otello e Desdemona, dove si
svolge la scena finale, appunto quella dell’ultimo
bacio. I personaggi vestono abiti
contemporanei. Gli uomini indossano
divise militari o jeans e giubbotti di pelle, le donne hanno pantaloni,
minigonne e maglie oversize. Il tema
della gelosia, per quanto filo conduttore della tragedia, non è quello
dominante, ma uno dei principali legato però all' attualissimo della
violenza sulle donne ritenute proprietà maschile e del femminicidio. Ma il
focus dell’opera si concentra soprattutto sull’incapacità di comunicazione nei
rapporti. I personaggi sono ben tratteggiati e resi probabili, anche grazie
alla regia di Wayne Fowkes, che rifiuta ogni retorica. Soprattutto Desdemona,
interpretata dalla bravissima Alessandra Ferrari, che pur essendo una donna
innamorata non è sottomessa. Anche se solo con la morte potrà far sentire la
voce sua e di tante donne. Notevoli le coreografie curate da Tony Lofaro insieme al regista.
Straordinari i dieci ballerini. Trascinante la musica con gli arrangiamenti di
Fabrizio Ronco. Peccato che sia stato solo un giorno a Milano, dopo aver
riscosso grande successo a Torino, Verona, Bolzano in marzo. Per chi lo vuole
vedere in questa stagione ci sono solo due possibilità, davvero da non perdere.
Il 21 aprile al Teatro Nuovo di Salsomaggiore e il 28 a Palamontepaschi di
Chianciano Terme.
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