venerdì 13 aprile 2018

FOREVER SHAKESPEARE


Un’ennesima dimostrazione di come il Bardo a distanza di secoli continui a essere di straordinaria contemporaneità. Ma non è certo per questo che Otello-L’ultimo bacio, andato in scena ieri al Teatro Ciak di Milano, è uno spettacolo notevole. Intrigante, romantico, struggente, come dice la locandina, coinvolge così tanto che all’uscita si sente la gente che cerca di intonare i brani clou. Perché questo Otello è un musical, anzi un’opera musical. Non ci sono parti recitate, ma tutto è cantato. Le liriche sono di Fabrizio Voghera, che ne è anche l’autore, nonché Otello sulla scena, e di Francesco Antimiani che ha il ruolo di Iago. Entrambi si sono rivelati al grande pubblico con l’applauditissimo Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante. Uno spettacolo sicuramente
complesso da portare sul palcoscenico, studiato nei minimi particolari, che ha richiesto più di un anno di preparazione, anche per la difficoltosa ricerca della produzione e della distribuzione. L’ambientazione è Venezia, come nell’originale, ma una Venezia fuori degli schemi, industriale, con flash di Cipro,  vista come porto. La scenografia di Massimo Voghera è essenziale, si avvale di carrelli per cambi veloci di luoghi. Gli arredi sono assoluti, non legati ai tempi,  neutri, a parte forse la camera da letto di Otello e Desdemona, dove si svolge la scena finale, appunto quella dell’ultimo bacio. I personaggi vestono  abiti contemporanei. Gli uomini  indossano divise militari o jeans e giubbotti di pelle, le donne hanno pantaloni, minigonne e maglie oversize. Il tema  della gelosia, per quanto filo conduttore della tragedia, non è quello dominante, ma uno dei principali legato però all' attualissimo della violenza sulle donne ritenute proprietà maschile e del femminicidio. Ma il focus dell’opera si concentra soprattutto sull’incapacità di comunicazione nei rapporti. I personaggi sono ben tratteggiati e resi probabili, anche grazie alla regia di Wayne Fowkes, che rifiuta ogni retorica. Soprattutto Desdemona, interpretata dalla bravissima Alessandra Ferrari, che pur essendo una donna innamorata non è sottomessa. Anche se solo con la morte potrà far sentire la voce sua e di tante donne. Notevoli le coreografie  curate da Tony Lofaro insieme al regista. Straordinari i dieci ballerini. Trascinante la musica con gli arrangiamenti di Fabrizio Ronco. Peccato che sia stato solo un giorno a Milano, dopo aver riscosso grande successo a Torino, Verona, Bolzano in marzo. Per chi lo vuole vedere in questa stagione ci sono solo due possibilità, davvero da non perdere. Il 21 aprile al Teatro Nuovo di Salsomaggiore e il 28 a Palamontepaschi di Chianciano Terme. 

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