La sfilata di Antonio Marras |
Nella moda l’immagine è
importante, quindi la forma dovrebbe essere privilegiata. Eppure non è sempre così. Accade, per esempio,
che
all’uscita di una sfilata dove l’affollamento sfida qualsiasi norma di sicurezza, chi chiede
gentilmente di uscire da un’apertura secondaria (da dove sono passate altre
persone) venga assalito in un tono che neanche il buttafuori della più becera e
squallida discoteca userebbe con un drogato strafatto, pronto a spaccare tutto.
Come si scelgono le modelle che rispondano a certi canoni estetici,
bisognerebbe scegliere lo staff con un’infarinatura anche modesta delle regole
basiche di comportamento civile. In questo modo si potrebbe apprezzare maggiormente le straordinarie
lavorazioni degli abiti e non ci si sentirebbe in trappola o in pericolo con uno
scenografico allestimento con fuoco vero e fumo. Piacevolmente inquietante,
invece, l’ululato del lupo che si mescola alla musica da Antonio Marras, dove
la passerella continua su una scala tra tubi Innocenti. Ovviamente il muso del lupo ricorre, disegnato e stampato su cappotti, abiti,
maglieria. Moltissimi e audaci i mix di
tessuti, compresa la giacca militare rivisitata con stampa floreale. Chissà se
davvero i padroni di cani e gatti sarebbero
contenti e sentirebbero vicini i
loro pet lasciati a casa, avendoli stampati su pull, cappotti, abiti. Così pensano Mirko Fontana e Diego Marquez, i due
giovani stilisti di Au jour le jour,brand apprezzatissimo dalle celebrities di
Hollywood, che ha sfilato nel teatro di Armani.
Molti trompe l’oeil e bocche rosse, trionfo del déjà vu, questa volta
però con apparecchio per i denti imbrillantato.
Daniele Carlotta |
Da Ermanno Scervino nessun tema conduttore, nessuna
ispirazione speciale, ma una collezione con tutti i pezzi più donanti ed
eleganti che una donna chic di età variabile può desiderare. Dagli
abiti sottoveste ai montoni ingentiliti da Swarovski, dal cappotto cipria
leggermente a uovo ai morbidi pull a rombi. Note di flamenco sembrano uscire dagli
abiti di Daniele Carlotta, dedicati a donne
che vivono solo dopo le 7 p.m. Seta, lamé, lurex, profusione di volants,
tutto con tagli ineccepibili. Portabile, invece, dalla mattina alla sera la
collezione di Cividini, dove il quadrato è il
fil rouge e il gioco dei contrasti la sfida vinta. Cinquecento sfumature
di grigio nella collezione di Gabriele
Colangelo, ricercata, sofisticata, ma mai stucchevole. Valextra ha presentato
la borsa tric trac, un bauletto che riprende
la chiusura di un modello anni Sessanta.
Tra le novità la pelle di struzzo anche nella tracolla a mezzaluna e il cavallino rasato per
la shopper trapezoidale. Da Hanita,
marchio con il gusto della couture, anche la felpa diventa un capo
sartoriale. A chiudere la giornata la sfilata di Uma Wang, davvero d’atmosfera,
complice la sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Linee e volumi inediti,
tagli particolari, ma soprattutto materiali intriganti, dalle lane cotte alla
carta cinese lavorata e trasformata in tessuto.
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