sabato 23 febbraio 2019

E' LA STAMPA BELLEZZA!


                   










       E' possibile prendere i capisaldi del guardaroba classico, nei tessuti e nei 


colori della tradizione, e farne una collezione  donante, non scontata e innovativa? Luisa Spagnoli c’è riuscita. Parte dai ’70, uno dei periodi più creativi, e in particolare dall’Inghilterra. Utilizza i tartan, ma declinati su tessuti  armaturati. Recupera lo chemisier con stampe barocche ( a destra in alto), reiventa la gonna di diverse lunghezze. Fa uso di pied-de-poule e finestrati, ma li femminilizza accostandoli alla seta maculata. L’elegante pantalone con pinces e cintura lo propone in denim. Il trench è in ciré, il pull a rombi. Sera a effetto con tessuti maschili per fogge femminili e illuminati dal lurex. Borbonese dalle borse passa al total look, orecchini compresi. Ma non dimentica le origini e stampa l’OP, il famoso occhio di pernice, anche sulle calze. Da Roberto Cavalli il direttore creativo Paul Surridge  si concentra sulle stampe, nel rispetto della continuità. Punta alla fluidità delle linee e alla morbidezza.Gioca con le plissettature. Prende dall’archivio il pitone jacquard, s’ispira all’Art déco per la sera. Sartorialità senza ingessature per gli abiti di lui. Da Alberto Biani il tessuto è sempre il protagonista. Molte le stampe che si mescolano con accattivante eleganza ai quadri. Nicola Brognano, 28enne promessa della moda, per il brand che porta il suo cognome, immagina una fuga dell’irrequieta Maria Antonietta da Versailles. Ed eccola con zaino, tute in pile, ma anche abiti dalle maniche rigonfie in uno stampato che richiama le tappezzerie del Petit Trianon. Cappottini e giacche di leopardo da Simonetta Ravizza, ma sono agnelli stampati. E’ tempo di svolta, infatti, per la signora della pelliccia. Solo pelli di animali della catena alimentare, con qualche pezzo eccezione, non in sfilata, per il mercato coreano e cinese. La pelliccia diventa accessorio ed ecco la versione baby della Furrissima in mongolia  o in shearling da applicare alla cintura. In passerella anche l’uomo. Divertente, colorata, piacevolmente irriverente, e per un’acquirente giovane, la collezione di GCDS, dove le due prime lettere non stanno per Giuliano Calza, direttore creativo insieme al fratello, ma sono l’inizio di God Can’t Destroy Streetwear. Cividini festeggia i trent’anni e nella scenografica Sala delle Cariatidi, in cui sfila, mette un tavolo dove due suoi artigiani-pittori lavorano con la tecnica dello stencil e della serigrafia. La collezione mischia femmminile al maschile, sul Principe di Galles crea un effetto luminoso. L’animalier compare su giacche e gonne. Come colonna sonora la voce di Françoise Hardy, perfetta icona in quel suo mettere insieme un vestire da uomo e un fascino di donna vera. La passione per la stampa contagia anche l’accessorio e Giuseppe Zanotti rivisita il maculato, in particolare il leopardo, la zebra, la giraffa per tacchi, tomaie, dettagli. Grande varietà nei tacchi, dallo stiletto altissimo al platform per il sandalo(a sinistra in basso), al tacco 45 per la nuova bebé, allo stiletto basso, al tacco squadrato per stivali e tronchetti.    

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