giovedì 30 settembre 2021

L'ASTA DAL VOLTO UMANO

Lo streaming forse ha fatto perdere alle aste quell’aura di luogo per happy few, ma le ha rese più umane. Più reali, perché all’asta non vengono battuti solo Van Gogh e Picasso, i rilanci non sono solo dal mezzo milione di dollari in su e l’acquirente non è come nei film anni ’50 o nelle pubblicità di whisky un’elegante signora con il viso nascosto dietro enormi occhiali neri o un eccentrico e altezzoso signore. E’ un modo per acquistare a un prezzo interessante un pezzo che piace. O anche venderlo.  



Non stiamo parlando di Sotheby’s o Christie’s, ma per esempio di Blindarte, casa d’asta con sede a Napoli e a Milano, che durante il lockdown, con le sole aste online, ha fatturato più di 700mila euro. Gran parte del successo è dovuta alla facile consultazione del sito, dove si possono vedere tutte le opere d’arte, dipinti (nella foto in alto Interno di Luca Pancrazzi) sculture, fotografie, arredi, oggetti, suddivisi in cataloghi con descrizione precisa e prezzo base. Per accedere ci si registra (www.blindarte.com), si riceve un codice di attivazione con cui si può navigare e rilanciare in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, fino alla data di chiusura delle vendite. Una formula utile per rendersi conto della varietà di proposte, anche in termini di quotazione, e che può spingere perfino i più timidi a mettere in vendita opere e oggetti economicamente più accessibili.Tra le iniziative collegate a Blindarte, c'è BLINDatHOME, servizio di custodia a distanza offerta da Blindhouse, società di custodia beni preziosi di cui la casa d'aste è emanazione(nella foto in basso un manifesto d'epoca di Blindhouse), per cui seguendo una semplice procedura, stipulato il contratto con foto o descrizione del bene, si provvede autonomamente o con il supporto dello staff, all’imballaggio, alla sigillatura e alla spedizione nei caveaux. Da cui si può ritirare l’oggetto in qualsiasi momento. Last but not least Blindarte è stata la prima casa d’aste italiana a organizzare un’asta charity i cui proventi, 147 mila euro, sono stati interamente devoluti al personale sanitario della Regione Lombardia e all’istituto Pascale di Napoli.

lunedì 27 settembre 2021

GRAN FINALE

A chiudere la Fashion Week milanese quattro sfilate in digitale e una in presenza, la portoghese Alexandra Moura,  con il trionfo di “Mi vesto come voglio” e il filo conduttore delle foto in bianco e nero.  Molti e seguitissimi gli eventi della settimana tra cui ben tre compleanni: i quaranta di Emporio Armani, i 50 del brand Chiara Boni e i 60 di Marcolin. White ritorna nelle dimensioni di prima pandemia, con più energia e più intrigante scoutismo. Oltre 13mila i visitatori di cui l’85% buyers. Molteplici gli incontri. Come il Symposium su sostenibilità e digitalizzazione, per studiare l’evolversi dei desideri per moda e lusso della generazione Z, nata fra il 1995 e il 2010. Svariate le sorprese tra gli espositori, a parte allestimenti super come quello di Swarovski per i suoi 126 anni.



Regenesi, brand creato nel 2008 da Maria Silvia Pazzi, trasforma i rifiuti in bellezza. Con la collaborazione di artisti, architetti giornalisti , tre bottiglie di plastica diventano una shopper (foto in basso) come racconta la scritta. Ecco borse ispirate ai contenitori per frutta o quelle fatte con pezzi di jeans. Interessante Glad nuovo marchio lanciato da due ex avvocatesse, dal 2016 nella moda bambino: capi tutti made in Italy che, variando un dettaglio, vestono dal mattino alla sera importante. Prima volta a White per Trame Auree, disegnata da Rita Cannata, che racconta come da una camicia da uomo si può creare un guardaroba iperfemminile e rigorosamente made in Italy. Più che mai evidenti in questa Fashion Week le contaminazioni, non solo nei video.Tra i più artistici e poetici quello di Antonio Marras, girato in Sardegna sulle colline di Montiferru incendiate: “Una ferita che ora è un ricamo in fondo al cuore”. Inutile dire che i ricami nella collezione sono in primo piano. Cuoio di Toscana mette insieme per una capsule sostenibile tre artisti (foto al centro), Rossella Jardini ex anima creativa di Moschino, Marvely cantante, producer, dj, ballerino e Nick Cerioni, stylist  dei Maneskin e di Achille Lauro. Anche un negozio è una creazione artistica. Così LoubiMilano, prima boutique italiana di Christian Louboutin, in via Borgospesso (foto in alto). Il concetto del non finito è la caratteristica, così sui muri la tintura rossa , colore feticcio che compare perfino sulle suole, è incompleta. Le vetrine richiamano gli archi della boutique di Parigi, ma neanche queste sono terminate. Lemuri ed elefanti di cartapesta sono sparsi qua e là. In un angolo c’è un divanetto per le ordinazioni speciali,  con un video per chi non è fisicamente presente. Roberto De Wan in Via Manzoni coglie l’occasione per svelare la ricca collezione di accessori, tra cui il foulard Ripartenza tratto da un suo dipinto. Ed è la scultrice–performer Erica Tamborino a presentarlo in una performance. 

domenica 26 settembre 2021

SEDOTTI DALLA LUCE

Cristalli, paillettes, lurex, strass, vernice, ciré. Comunque luminosità. E’ una tendenza. Particolarmente d’attualità, perché racconta la voglia di luce, per uscire dal buio del momento.





Tutto un bagliore sulla passerella di Dolce & Gabbana. Paillettes di varie dimensioni e colori da Shi.rt, progetto al debutto del duo Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, che come dice il nome, parte dalla camicia. Le paillettes sono sul miniabito patchwork di colori, sullo chemisier, sul pantalone athleisure. Cristalli a profusione nella Luxury Collection CF, il nuovo beachwear di Cristina Ferrari. I colori della Costa Azzurra, dal rosa dei tramonti ai diversi azzurri del mare, si ritrovano cristallizzati sui bikini con slip regolabili (foto in alto), sui costumi interi, su pareo e divagazioni sul jumpsuit. Da Annakiki dominanti optical, argento (foto al centro) e nero, quest’ultimo sempre in materiali luminescenti. Così il tecnologico tessuto dell’abito con spalle enfatizzate, così quello della giacca di lui. Nel video di Onitsuka Tiger ci sono le luci di Tokyo, dove il direttore creativo Andrea Pompilio presenta i suoi capi sport oriented: i neon delle insegne dei negozi, le luci dell’aeroporto, i led colorati delle portiere, l’illuminazione della passerella-labirinto sul terrazzo del grattacielo. La luminosità è nelle sete stampate da Sindiso Khumalo, designer sudafricana attenta alla sostenibilità, che dedica la collezione alla più famosa libreria di studi africani di Cape Town, distrutta in un incendio (foto al centro). E’ la luce di chi guarda lontano quella del video di Laura Biagiotti, girato nel Maxxi di Roma, l'architettura di Zara Hadid, simbolo del futuro. E architettura, arte, moda, pittura si fondono in una collezione fatta di top lucenti, tailleur pantaloni dal taglio sartoriale, lunghi con giochi di incrocio, completi in stampati dove i fiori sono pennellate pittoriche (foto in basso).  Tessuti cangianti in colori accesi che ricordano quelli della città proibita, in accordo e in contrasto, da Hui. La stilista Huizhou Zhao vuole far scoprire la profondità della cultura cinese e prende come motivo ricorrente nelle stampe e nei ricami, tutti a mano, il Nu shu, scrittura sillabica, diventata Patrimonio dell’Umanità, con cui le donne del popolo Yao comunicano ancora ora, in segreto dagli uomini. Ed ecco un ideogramma ricamato sul collo del Quipao la tipica camicia, sulla tuta, sul top argenteo, sull’abito di maglia, sul completo pantaloni. In un perfetto incrocio di tradizione cinese ed elementi contemporanei. E anche questa è luce. 

sabato 25 settembre 2021

DETTAGLIO PADRONE



Il dettaglio, piccolo spunto creativo, funzionale oltre che di estetica, è una delle tendenze della Fashion Week milanese. Da Gabriele Colangelo sono i fori con anelli in metallo, intrecciati con fettucce di pelle, che definiscono la manica del
blazer di taglio maschile. O le strisce di pelle che diventano frange e danno movimento alla giacca (foto in basso)o ancora, annodate a una a una, disegnano un reticolo da sovrapporre all’abito sottoveste. Gianluca Capannolo lavora con tulle strappato a mano e intrecciato a formare una maglia, un top o il manico di una borsa che può diventare una collana. L’inno al colore ispirato ai lavori di Georgia O’Keeffe va dalle stampe a fiori alle sovrapposizioni di tulle con le diverse gradazioni di una


tinta, per abiti da tappeto rosso(foto in alto). Dettagli e leggerezza sono i punti forti da Cividini che sfila in digitale nella napoleonica palazzina Appiani (foto al centro). Una collezione in una molteplicità di tessuti, ognuno rivisto e inedito, come il
Vichy irregolare per abiti, gonne, camicie, il principe di Galles per l’abito del peso di 65 grammi , la garza di cotone dipinta stencil e aerografata. Anche negli accessori la ricerca del dettaglio va di pari passo con lo studio dei materiali. Borsalino immagina un viaggio, dove le tappe sono la Sicilia con la follia gioiosa del cappello decorato con piume di marabù, il Giappone con inserti che richiamano i kimoni, gli origami o la grafica dei manga e il Sud America con i motivi dei tessuti locali sulle cinte. Da Zanotti anche nell’allestimento spaziale emergono i dettagli che rinnovano, con i materiali, i pezzi del passato. Grande uso di vernice, un inserto maculato entra a sorpresa sulla sneaker classica. Un nuovo logo spicca sulla scarpa di raso. Un tacco sfaccettato caratterizza il sandalo, una speciale stringa da legare alla caviglia ne personalizza un altro. Per l’uomo un cobra ricopre la suola della sneaker. Tra le novità d’attualità le sneaker unisex ecologiche realizzate con materiali di riciclo e colla ad acqua. Tre i temi da Baldinini, che si ritrovano sul mocassino, sulla ballerina, sullo stivaletto stringato, sulla ciabattina . Sono il motivo del morsetto, la pelle intrecciata e il pizzo (v.foto). La più che centenaria azienda romagnola propone il bracciale in cuoio con il motivo del cuore. E’ il simbolo–icona di See Mee, brand etico fondato da Caterina Occhio, ex manager dello sviluppo Onu, che porta avanti una campagna contro la violenza sulle donne. I cuori vengono realizzati in Tunisia, da donne regolarmente assunte, e il ricavato delle vendite è destinato a un fondo Onu contro la violenza di genere e per l’empowerment femminile.

venerdì 24 settembre 2021

VERE DONNE, NON POTICHES

Può sembrare un controsenso eppure la moda-donna sovente è sessista. Non si parla di capi mortificanti, ma di capi che la valorizzano in un modo non giusto. Più vicino all’idea della bella statuina, la potiche, per dirla con Ozon, che fa felice l’uomo padrone. “Il rispetto della donna può venire anche dall’abito” è il pensiero di Rita Cannata, nuova stilista di Eleventy-donna, su cui basa la sua  collezione.  Dove donne, di generazioni e stili di vita diversi, possono trovare il capo giusto e assemblarlo con altri capi, ognuna a modo suo. Ecco pezzi del guardaroba maschile come la camicia, realizzata in voile, da accostare ai pantaloni di cupro, tessuto cellulosico simile alla seta, ma sostenibile, oppure al jeans dal taglio e i particolari femminilizzati. 



La sahariana a righe è perfetta con l’abito di lino diritto, ma anche con quello con stampa piastrelle, tessuto esclusivo del brand. Le gonne hanno zip sugli spacchi o plissé soleil (foto sopra), alcune con la raffinatezza di essere pennellate sulle pieghe.  Il plissé soleil è una delle tendenze di stagione.  Si è visto molto nel video di Luisa Beccaria, che ha fatto sfilare le modelle sulla passeggiata di Capri con vista Faraglioni. E’ un Conte d’été pure la collezione di Gilberto Calzolari, anche se il video di presentazione è girato su balconi cittadini. Ma l’ispirazione è la Costa Azzurra anni ’60 di B.B. quindi abiti a trapezio, piccoli top, chemisier. Il tutto ovviamente in materiali sostenibili, dal Seaqual (dal riciclo della plastica recuperata in mare) agli scarti di tessuto ricomposti come origami nell’abito multicolori (in alto). Il plissé è dominante anche da Elysian uno dei brand della Bupapest Select. Insieme ad Abodi, dove la maglieria è in primo piano. A Cukovy con i piumini di tutte le forme e tinte, a Kata Szegedi che propone abiti con giochi di incroci. Giochi di incroci nei seducenti e lucenti lunghi da sera di Genny. La funzionalità, mai asservita all’estetica, è il punto fermo da  Bally, che s'ispira all’abbigliamento del lavoro, dai grembiuli degli artisti alle giacche con tasche portatutto. Sartorialità, artigianato e cura dei dettagli dietro ogni pezzo, come lo scarponcino con punta e tallone scoperto che richiede tre ore di lavoro per l’applicazione delle 120 borchie (foto in basso) o i 120 metri di fettuccia di pelle per costruire una borsa. Con un occhio ben aperto sulla sostenibilità. Può una sneaker diventare un simbolo? 



La Grande
di Philip Model Paris, presentata oggi nella miniaturizzazione di un campo di basket, lo può. Ispirata ai modelli  anni ‘80 e ’90, in pellami anticati a mano di tre colori e inserti con logo tono su tono,  vuole essere un omaggio al gioco di squadra, metafora della vita (vedi foto).


 

giovedì 23 settembre 2021

LEGGEREZZA, NATURALMENTE

Il colore c’è in queste sfilate milanesi, ma non è il protagonista. Anche perché mai si sono avute collezioni per la primavera-estate senza colore. Piuttosto, se si vuole individuare una tendenza, la leggerezza sembra essere in primo piano. Una leggerezza che non è solo d’immagine, ma è reale e quindi funzionale.                



Un esempio si ha da 
Mila Schön che, nella selezione identificata con l’etichetta Mila Schön Edit, rivede capi dell’archivio in nuovi tessuti come l’organza di seta in fil coupé lavorata su speciali telai, sostenuta ma impalpabile. Oppure il crêpe di lana ultraleggero, usato per la rivisitazione del lungo optical realizzato per Mina negli anni Sessanta (foto in alto).  Ma ci sono anche abiti corti, gilé, pantaloni, gonne plissé soleil. Prevalenza di bianco, nero e di bianco e nero, con qualche pezzo arcobaleno a sorpresa. La leggerezza è evocata nella collezione Eden Harmony di Anteprima, che festeggia il suo 30esimo compleanno. Sono spolverini sovrapposti, piccoli scamiciati, abiti con la sartorialità  di una manica speciale, ma anche lo chemisier rivisto, il tutto nei colori della natura. Un amore per la natura da parte di Izumi Ogino, la stilista, che non si esprime solo nella scelta cromatica o nel bosco che nel video fa da sfondo alla passerella. Ma è soprattutto nella grande attenzione alla sostenibilità. La natura incontra la moda da Simonetta Ravizza. E sono i cactus, emblema di forza, e altri fiori ricamati sul carré delle camicie militari,  autentiche vintage, o sul retro del bomber (foto al centro). Quel tocco di femminilità che si ritrova anche nel sapiente mix con l’animalier, nei drappeggi, o nei fucsia, nei verdi smeraldo, nei bluette inaspettati. Rodo presenta la sua collezione nella casa del Manzoni tra vasi di fiori. Dall’iconica borsa in midollino (foto in basso)alle deliziose clutch d’oro, d’argento, a cuore, sovente abbinate a sandali o ciabattine. Legata alla natura anche la borsa Furla Re-candy che da ieri è parte di un’installazione esposta, per tutta la Fashion Week, nel cortile del palazzo del Senato. E’ in plastica riciclata, perché ricavata dalle suole di scarpe, in dieci colori accesi e in due dimensioni. Completamente eco, compresa la cerniera, il packaging e l’energia con cui viene prodotta.   


 

mercoledì 22 settembre 2021

LA MODA CI SALVERA'

Partenza alla grande per la Fashion Week milanese con le proposte per la primavera-estate 2022.  Tutto quello che si era detto su inclusione, diversità, attenzione al pianeta, sono diventati  progetti, fatti, realtà.  Così all’inaugurazione dell’Hub di Camera della Moda al centro della scena due progetti: Black Lives Matter in Italian Fashion alla seconda edizione e Fashion Bridges–I ponti della moda. Per il primo cinque nuovi talenti, tutte donne di ogni parte del mondo e tutte con studi in Italia, hanno presentato le loro collezioni e sfilato in streaming questa mattina. 





Judy Borsetto, haitiana, con gli accessori, borse e scarpe in pellami stampati a laser e ricamati. L’indiana di Mumbai, Sheetal Shah  con il denim sartoriale e l’uso di riciclato (foto in basso). Nyny Ryke Goungou del Togo  con l’ethical chic, fatto di patchwork e sperimentazioni di fibre. La cubana Romy Calzado  con il suo classico rivoluzionato per cui utilizza tessuti antivirali, con stampe geometriche. La marocchina Zineb Hazim propone un guardaroba per la donna manager musulmana  dove i caftani sono rivisitati in tessuti maschili. I Ponti della Moda è invece un progetto realizzato da Camera della Moda con l’Ambasciata italiana di Pretoria, Sud Africa, e Polimoda di Firenze. Questo vede le capsule collection di quattro studenti dell’istituto fiorentino che hanno lavorato in coppia, ma a distanza, con quattro designer della South African Fashion Week. Il progetto continua con i designer africani ospitati a Milano e gli studenti del Polimoda alla Fashion Week di Johannesburg a fine ottobre.  Parte dal sostenibile  KNTNR (solo le consonanti di Kontainer) marchio  al suo debutto a sostegno del talento, guidato da Katia Simionato e Christian Nucibella. Obiettivo: piena libertà di espressione per gli artisti. Per ora T-shirt, sciarpe e la linea di scarpe, in collaborazione con David Beauciel completamente made in Italy, riciclabile e compostabile. Trattamenti antigoccia sostenibili e certificati da Sealup  per trench, riding, bomber, e la mantella in ottoman (foto in alto) con il monogrammma della S, ispirato all’archivio.  L’azienda milanese, nata nel 1935, ha siglato un accordo con una società che si occupa di riciclo e raccolta degli scarti di lavorazione. Assolutamente in quest’ottica anche la quarta edizione di Designers for the Planet, voluta da 
Camera della Moda per promuovere i giovani talenti impegnati nella sostenibilità. Tre i brand premiati Gilberto Calzolari (foto al centro), già vincitore del Green Carpet Award nel 2018,  Tiziano Guardini e Re-generations. 

venerdì 17 settembre 2021

LA BELLA SCUOLA

Fa davvero piacere in un momento come questo in cui le notizie negative invadono le pagine dei giornali, i telegiornali, le radio, trovarsi di fronte a una realtà come quella raccontata ieri alla Fondazione Feltrinelli, a  Milano.  E’ un progetto, in gran parte già attuato, dalla Andrea Bocelli Foundation con Chopard. E cioè la ricostruzione della scuola primaria e dell’infanzia di Muccia, uno dei paesi delle Marche  più colpiti dal sisma del 2016. La sensazione di positività si è avvertita già prima che i relatori parlassero. E non è stato solo per le grida, le risate, i giochi dei bambini presenti. Proprio quelli che già frequentano la scuola, arrivati per l’occasione insieme dalle maestre. In giro per la sala pezzi dei laboratori, strumenti musicali vari, matite, pennelli, ma anche ipad e computer, perché i tre punti fondamentali su cui si basa il Polo Scolastico Edmondo De Amicis sono appunto l’arte, la musica e il digitale. 


La scuola primaria è solo il primo importante passo di un progetto  più grande. Che vede già la costruzione di una scuola media,  di un conservatorio di musica e di un istituto tecnico. Non si tratta solo di una ricostruzione in termini di spazio, muratura, arredo funzionale, ma di un progetto più vasto per dare vita e impulso a un paese destinato a scomparire. Con l’obiettivo anche di creare una formula innovativa che risponda a canoni di sostenibilità e di tutela dell’etica. Per dare un futuro ai cittadini di domani. Un esempio è il Teachbus per implementare le risorse digitali della scuola.  Come hanno ben spiegato, con entusiasmo e competenza, i relatori, coinvolti dall’inizio nel progetto. Da Veronica Berto Bocelli, moglie dell’artista, presidente di ABF, a Laura Biancalani direttore generale di ABF, a Serafino Carli, pedagogista  a capo dei progetti educativi ABF, a Simona Zito, general manager amministratore delegato di Chopard Italia. Un’azienda che ha sempre avuto a cuore la tutela dei diritti umani, non a caso il 100% della sua produzione è realizzato con oro etico. Insieme a Eco-age ha creato un decalogo guida di contenuti che sono alla base dei progetti educativi di ABF.  

giovedì 9 settembre 2021

IN GIRO PER WUNDERKAMMER

Non manca proprio niente per l’arredo del vivere quotidiano in questo Fuorisalone milanese. Basta pensare alla Pancuccia di United Pets esposta in diversi colori da High Tech. E’ una micropanca con all’interno una cuccia per cani di piccola e media taglia, perfetta, dicono, per favorire l’interazione fra uomo e animale. Altrettanto intrigante il sideboard Alice da vedere e con cui giocare fino al 24 settembre alla Profumeria Mazzolari di Corso Monforte (foto al centro). Realizzato da Fabbro Arredi, falegnameria friulana artigianale, è in noce canaletto con ben sedici cassetti, da aprire con la pressione della mano, contenenti altrettante note olfattive diverse, da indovinare, ma anche da comporre fra loro per una fragranza personalissima.


Dai profumi ai fiori, anzi ai vasi per contenerli. Sono quelli dell’argentiere Mesa presentati da Amleto Missaglia con un cocktail nel cortile del palazzo ottocentesco dove ha sede il negozio. Di varie forme e interamente realizzati a mano, come tutti gli oggetti di Mesa, hanno l’interno dipinto ognuno con un colore diverso, che potrebbe esser quello del fiore da inserire. Sui diversi colori si basa anche la proposta di Gusto 17 che ha creato per il Salone del mobile una Limited edition di Stecchi-gelato pantone. Con ingredienti naturali scelti per dare il colore, come pistacchi del Bronte,  uova pregiate, spezie come la curcuma e il curry (foto in alto). Cactus di varie  tonalità e dimensioni, minuscoli attaccapanni singoli, una lampada tonda che sembra una luna piena,  sono le soluzioni per interni di 90x100ferro, non un nome di fantasia , perché la presenza di ferro è davvero al 90%. ”Il 10% che resta è un mix che appartiene a ogni oggetto e lo rende speciale, unico, irripetibile” dice Piero Bortolotti designer e cofondatore. Da vedere fino a domani dentro e davanti la boutique Maliparmi di Via Solferino. In vendita solo on line e componibili con elementi a propria scelta (foto in basso). E’ la ceramica, invece, il materiale su cui si concentra la creatività di Lola Montes e Sergio Colatroni fino a domani da Ceramiche Viva in Via  dell’Annunciata. Figurativo e informale in un piacevole mix che la consistenza del materiale mette in rilievo. La passione per il vintage di Chichi Meroni è sempre più forte e dagli abiti, si è estesa, nello spazio aumentato di Largo Augusto, all’arredamento dagli anni 50 in poi.   

Fermo restando il rinnovato e raffinato negozio di abbigliamento. Per la Design week ha inaugurato L’arabesque Vintage Archive con capi per tutte le stagioni impeccabilmente conservati ed evocativi e ha esposto gli straordinari mobili disegnati da Osvaldo Borsani negli anni 40. 

martedì 7 settembre 2021

CREATIVITA' E CONNESSIONI

Al quarto giorno di Fuorisalone, a Milano, ci si rende conto di essere sempre più selettivi, perché troppo viziati. Così anche le Creative Connections di Interni nei cortili dell’Università Statale, peraltro straordinarie, non suscitano quell'entusiasmo che si provava nelle precedenti edizioni. Anche se un anno di fermo avrebbe dovuto incrementarlo. Da vedere i progetti-installazioni ispirati alle relazioni tra luoghi e culture diverse. 





Un esempio? Il Falso Autentico di Marco Nereo Rotelli, nel cortile del Settecento, costruzione in terra cruda come le case africane e interno digitale e immersivo: antico e globalizzazione. O il Survival, la nuova arca di Noè, con tutte le specie animali al centro del Cortile d’Onore. Meno evidente la creative connection in altri progetti. Come nel loggiato, l’omaggio a Mendini con i suoi Mobili per uomo in mosaico dorato Bisazza.  O il Plan Bee, alveare per umani di Fabio Novembre: 22 letti PerDormire con struttura e rivestimenti in materiali riciclabili gialli. La sostenibilità è il punto comune  del design brasiliano, ben raccontato nel Portico affacciato su Largo Richini. Giocano sul contrasto morbido-rigido le poltrone per esterni e quindi anche waterproof di Missoni Home. Sempre affollatissime. La maison  partecipa anche, nello spazio di Via Solferino, con un’installazione-cumulo di sedie e disinfettanti in missonesche custodie a righe bianche e nere. Solo cuscini invece nella vetrina della boutique di Via Sant’Andrea. Qui e nelle altre strade del Quadrilatero, come sempre, è di scena la contaminazione moda e design: vasi e poltrone tra abiti e manichini. Era lontano ma valeva il viaggio in via Mecenate 10 l’evento ieri di Vetrate Artistiche  Grassi, che fa parte delle Botteghe storiche Galleria & Friends di Milano. Qui nel 1946 Florindo Grassi ha creato un laboratorio di mosaici in vetro. Ora figli(nella foto il figlio Alessandro)
e genero continuano il lavoro che si svolge soprattutto sul posto, spesso all’estero. Nei palazzi di emiri e sceicchi, in chiese africane. In curriculum sette cattedrali a Singapore, più di venti in Giappone e una vetrata di venti metri in un centro commerciale di Taipei . Ad animare la serata la performance del make up artist Luca Luce, l’unico a usare la tecnica tridimensionale sulla pelle. Per la modella un abito di Katia Gagliardini, talentuosa stilista e costumista, ispirato alla Primavera del Botticelli. 

domenica 5 settembre 2021

SUPER SURPRISE

E’ certo, la Barona, periferia sud di Milano, è il nuovo quartiere deputato all’arte e al design. E il Superstudio Maxi, creato da Gisella Borioli e Flavio Lucchini, ne ha segnato il passo più importante e decisivo. Enorme, sconfinato, con tutti i dettagli di funzionalità più attuale, il nuovo spazio conserva  comunque l’aspetto di loft artistico, ormai simbolo cult del vivere metropolitano.





Vari gli angoli con video e sedie per parlare di design e non solo. Pochi gli espositori, scelti secondo un criterio di varietà, proprio per dimostrare le mille facce del design. Svariate le installazioni per evidenziare i temi più importanti del vivere contemporaneo,  sostenibilità in primis.  A fare da legame tra le diverse isole i performer di Dance–Haus Academy, gruppo creato da Susanna Beltrami.  Un modo per raccontare lo spazio con il linguaggio universale della danza. In una parete sull’angolo le foto di Luca Gilli, che con la sua fotocamera ha seguito passo per passo i lavori di ristrutturazione della vecchia fabbrica abbandonata, diventata Superstudio Maxi. Oggetti-sculture, come le lampade-grattacieli di Anita Morvillo, convivono con tecnologici divisori in policarbonato o con il pop design di Diego e Guido Gugliermetto, come i tappi-sedile o le panche-Amore. Anche il cibo può essere legato al design e il truck di Temakinho all’esterno ne è una dimostrazione. Sempre all’esterno, proprio all’ingresso, una gigantesca Divine di Flavio Lucchini, scultura dorata, conferma il legame tra moda, arte  e design.  Le opere di Lucchini sono anche le protagoniste del nuovo atélier e personal museum FlavioLucchiniArt inaugurato ieri all’interno del Superstudio . Esteso su 1500 metri quadri e su due piani  raccoglie centinaia di opere  del percorso artistico  del fondatore e primo direttore di Vogue Italia. Grandissime o più piccole, a bassorilievo, si ispirano  alla moda, ai dettagli degli abiti, raccontano la bellezza ma anche la condizione della donna nel mondo, come le anticipatrici opere sul burqa del 2010. Da vedere, come sempre, non solo  arredi e complementi d’arredo,  ma installazioni, video, progetti. Dagli oggetti che raccontano gli ultimi vent’anni  ai pezzi più futuribili,  ai progetti delle donne. Tra le sorprese Marta e l’elefante  la scultura di Stefano Bombardieri all’ingresso del Superstudio, che simboleggia gli sforzi dell’umano, metafora perfetta in tempi di pandemia. Interessanti i 1000 Vases , pezzi unici creati da giovani artisti e designer internazionali, già esposti a Parigi e a Dubai.  

sabato 4 settembre 2021

PIU' CHE DESIGN

Il Salone del Mobile di Milano anzi il Supersalone, come ora viene chiamato, inizia domani, dopo ben due rinvii. Mentre il Fuorisalone da ieri sta prendendo la rincorsa. Nella zona Tortona tutto si è aperto oggi nel pomeriggio, apripista il Superstudio. Ma con allestimenti ancora in corso, da tempo ci sono locandine, insegne, manifesti e, novità dell’edizione, il Toilet Bus. 






In altre zone qualcuno è già partito ieri, come Masterly-The dutch in Milano, la rassegna di design degli olandesi. Come sempre a Palazzo Turati in Via Meravigli. Una rassegna di creatività varia e variegata resa ancora più attraente dalla cornice. Nel cortile spianata di mille orchidee omaggio a Milano, intorno a cui sono esposte poltrone, dalle più classiche ed ergonomiche alle più futuribili, a quelle con pianta di Lyb, a quelle multicolori su rotaia.  Interessanti le costruzioni bianche di Jordan Artisan e formaggi, pane, vino preparati per una natura morta con luce da fiamminghi, con cui il Creative Chef Studio presenta la Prins Experience, un audio per i non vedenti. Nel salone del primo piano un po’ di moda, con gli abiti neri dai tagli bizzarri ma efficaci di Max Zara Sterck, i tappeti ispirati ai funghi dello studio Lizan Freijsen  e  i contenitori per conservare la verdura perfetta di House of Thol.  O ancora la straordinaria poltrona di Hans Endendijk. In legno di Accoya, materiale riciclabile, flessibile  e acciaio inossidabile. Sedercisi è un vero piacere (foto in alto). La stessa poltrona con il tavolo coordinato  è esposta da  Rossana Orlandi.  Anche qui lo spazio con giardini a sorpresa gioca sicuramente a favore. Nessuna distesa di fiori, ma tavolini animati fra piante. Nessun soffitto affrescato ma stanze in cui si alternano pezzi funzionali di un’eleganza lineare a curiose composizioni senza un uso preciso. Dalla valigia-scacchiera alla poltrona che sembra una bocca con interno di velluto.  Dai personaggi delle favole e dei fumetti che si materializzano in composizioni dove dialogano con le architetture milanesi, dal Bosco Verticale (foto in basso) all’Arengario. Fino alle finte finestre, da cui si intravvedono paesaggi.O all’installazione  di Benedetta Mori Ubaldini che, con le sue sculture in rete metallica, racconta poeticamente le relazioni tra animali, fiori e natura (quarta foto dall'alto).