domenica 28 febbraio 2021

TUTTI I TREND

Le sfilate e le presentazioni digitali, soprattutto se in luoghi caratterizzati, forse distraggono dai capi, che spesso si intravvedono appena. Anche se le ambientazioni scelte raccontano uno stile di vita e quindi di vestire. I grattacieli metropolitani, la campagna toscana o inglese, più o meno romantica, il mare, il viaggio, sono i temi ricorrenti. Alcuni set colpiscono, restano impressi e rafforzano l’identità di una collezione e di un marchio. Potrebbe sembrare difficile individuare tendenze moda comuni e invece si percepiscono. Al penultimo giorno di Fashion Week si può stendere un elenco. Il trench è onnipresente: di gusto maschile, al limite con il cappotto vestaglia, avvolgente, aderente, in pelle, con dettagli militari, con cintura a contrasto. Il punto vita ritorna a essere evidenziato, anche se le linee sono più fluide. Pantaloni sempre protagonisti, in genere ampi.  Ritorno alla gonna longuette, diritta con spacchi o a pieghe di vario tipo, dal plissé soleil ai piegoni. Molto bianco, nero sempre meno e una ricerca nei colori della natura, dalle varie tonalità di verde fino alla gamma dei marroni, dei sottobosco e dell’uva. Grande successo dei quadri, in tutte le sue forme, dal damier al riquadro profilato. Anche audacemente accostati in un patchwork ad altri stampati, come da Shuting Qiu, la stilista cinese che ha presentato la collezione con il suo nome in un corto girato a Hangzhou, sua città natale, in riva al famoso lago dove nuotava Mao Tse-Tung (foto in basso). Sempre più importante lo studio dei tessuti con obiettivi estetici e di vestibilità, ma anche per la crescente attenzione al sostenibile. 



Gilberto Calzolari, uno dei primi ad aver sentito il problema, da varie stagioni con pochi, essenziali pezzi comunica come si possa vestire in modo attuale, chic, donante e mai banale, aiutando il pianeta. Coerente con il suo modo di pensare sfila al Teatro Parenti, a Milano. Per ribadire, come è scritto nei titoli di coda, la necessità di aprire i teatri, fonte di nutrimento culturale. Chiama la collezione At this stage, giocando sul doppio significato di palcoscenico e di A questo punto, riflessione sul momento storico. Tra le file di poltrone, ora distanziate dai tavolini con le lampade-libro, camminano le modelle. Per loro maxi cappotti a quadri in lana eco, gonne trapuntate con imbottitura eco, abiti kimono in vinile riciclato, stole di eco-volpe sempre riciclata, abiti di chiffon certificato GOTS o in Sequal, materiale creato con plastica recuperata in mare. Di grande impatto le uscite finali, con la tunica assortita al pantalone e l’abito con gonna svasata, realizzate con gli Atlanti, pantoni per la scelta dei colori usati nelle aziende tessili. Novità assoluta gli occhiali con montature vintage abbinate a lenti nuove colorate, progetto Upcycled eyewear di Angelica Pagnelli. 




 


 

sabato 27 febbraio 2021

QUANDO IL SET FA TENDENZA

Giorgio Armani ha colpito ancora, con quel gorilla verde al centro della passerella.  Nessun effetto facile e scontato, ma una nota inedita. Un richiamo, forse, all’attenzione al pianeta, e quindi alle specie in estinzione. Nessun riferimento con le collezioni, donna e uomo, che hanno sfilato separatamente.  Entrambe fedeli a quel rigore rinnovato con spunti a sorpresa. Come, per lei, le ruches a corolla o le stampe informali a bolli. Molti i pantaloni, larghi con pinces. Portati dentro ai polacchini o gli alti stivali da cavallerizza. Immancabili i piccoli spencer con abbottonatura trasversale. Molto grigio in varie tonalità. Strass, plissettature, ricami discreti e velluto per la sera. Per lui giacche senza collo e inserti quadrati su parka e cappotti. Anche Cividini propone la sfilata classica nella sala da ballo del milanese Palazzo Clerici. Perfetta sede per una collezione etica, perché fatta di capi che devono durare nel tempo.  Presi dal guardaroba maschile sono femminilizzati con tocchi sapienti. Giacche e caban si abbinano a gonne a pieghe che si allargano a metà lunghezza. Trench in cashmere finestrati sono portati su chemisier con maniche particolari. I pantaloni sono morbidi, in velluto millecoste o in flanella. Da indossare con i raffinati pull della capsule collection Wow dipinti a mano da artisti, pezzi unici numerati. Una sola modella per il video di Gabriele Colangelo dove la campagna fa da sfondo. Molta ricerca nei materiali e nei tagli, con un prevalere di linee fluide, qualche cenno di sweet and rough e teorie di azzurri. Un’unica interprete anche nel video di Alessandro dell’Acqua per Elena Mirò. La curvy prescelta è Lara Stone, attrice e modella olandese. E’ il racconto della sua giornata con un guardaroba che va dal cappotto con cintura più sportivo allo spolverino rosa confetto, dall’abito rosso con scollo e gonna svasata a quello in pizzo nero per la sera (v.foto). 


Colorata la collezione uomo e donna del brand giapponese Onitsuka Tiger, disegnata da Andrea Pompilio: scritte, stampe e rivisitazione di pezzi da sport. A far da presentatrice Myss Keta, la bionda rapper che si autodefinisce tigre meneghina, con occhiali neri e fascia-mascherina. Guarda ai cromatismi di Rothko, Gianluca Capannolo per  le borse e i tessuti dei cappotti. Lorenzo Serafini per Philosophy rivede con dettagli couture  le uniformi dei college e realizza una collezione per lui e per lei che fa sfilare nelle sale del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Ispirata al film cult di fantascienza Source Code l’ambientazione di Annakiki (v.foto in basso)che, per lei e per lui, presenta capi solo bianchi, neri o optical, con appena qualche flash di turchese. Il motivo dei quadri è tra i protagonisti da Bally per paltò, giacche e accessori. 

Laura Biagiotti chiude la quinta giornata della Fashion Week con un video girato all’Ara Pacis a Roma. Sinfonie di bianco per le ballerine che, con la coreografia di Eleonora Abbagnato, danzano al suono del pianoforte dal vivo. Completi in maglia beige con trecce, tailleur finestrati e abiti bianchi con ricami di perle o pizzo per le modelle. Unica spettatrice l’attrice Laura Chiatti, in bianco anche lei. 


venerdì 26 febbraio 2021

FANTASIA AL POTERE? CON ATTENZIONE....




Le frase che più si sente in questa Fashion Week è "inventarsi un nuovo modo di vestire per un nuovo stile di vita". Qualcuno aggiunge anche che non è la pandemia che ha generato questa presa di coscienza, ma è una normale evoluzione del costume. Sta di fatto che si punta a una maggiore praticità, a forme più fluide e confortevoli, si guarda sempre di più allo sportsuit. E naturalmente continua e si sviluppa la tendenza a un abbigliamento genderless. Colori, tessuti e dettagli diventano così al centro dell’attenzione,  per creare identità più precise, rendere più attraenti e personalizzate le proposte. E’ importante cercare prodotti che piacciano al mercato, insomma vendere. “Abbiamo cercato di realizzare capi più mirati” dice Paolo Zuntini di Eleventy. E nella collezione, davvero tra le migliori del marchio, ci sono meno capi del solito. Sempre più intensa la ricerca di  materiali e lavorazioni. Come quella lana per cappotti e giacche, più morbida del cashmere perché lavorata con aghi micro.  L’ispirazione è la campagna inglese e irlandese. Quindi tessuti finestrati, giubbotti con zip, camicie oversize da portare come giacche, sahariane double face e molti trench, protagonisti di  stagione. Assolutamente nuovi i colori, con riferimenti alla campagna certo,  ma particolari, come il verde lichene, il marrone sottobosco e un inedito, rassicurante color mosto. I colori sono importanti per Beatrice, brand creato da Morena Bragagnolo e dalla figlia Beatrice Mason, tutto made in Italy.  Da una parte tonalità soft e naturali, dall’altra tinte forti, vibranti, come il viola nelle diverse gradazioni e il rosso ciliegia. Fil rouge della collezione la coesistenza di elementi diversi, come tessuti tecnici e particolari ricercati, dettagli lussuosi con forme prese allo sportswear.  Immancabile il plissé soleil, fiore all’occhiello dell'azienda.  

Da una tavolozza di colori e da Arlecchino prende spunto la collezione di Arthur Arbesser, raffinata e sofisticata as usual, giocata questa volta sui rombi (v.foto).  Interessanti e variegate le proposte degli stilisti ungheresi.  Non sono mancati comunque i coup-de-théâtre come il Manifesto Paradisiaco di Marco Rambaldi, la ricerca di un nuovo romanticismo di Marni e il twist con parole in sardo nel video di Antonio Marras. E di chi se no?

 

giovedì 25 febbraio 2021

VARIETA' E' COMUNICAZIONE

Molti sostengono che una carenza delle campagne per la sostenibilità stia nella comunicazione: non saper spiegare in termini chiari e senza l’approccio tra il profeta di sventure e il cattedratico inarrivabile. Una buona formula è quella adottata da Yatay, brand marchigiano di sneaker etiche, per il video, oggi sulla piattaforma di Camera della Moda. Pop e ironico con paralleli con il cibo da cui le scarpe prendono i colori (giallo-limoncello, verde-pasta al pesto, eccetera) e una liaison divertita con il veganismo (foto in alto). Comunicazione può essere un invito a ripensare il modo di vivere dopo lo stop pandemia. Izuni Igino,  direttore creativo di Anteprima, invita a “guardare il passato per formare il futuro”. Propone tessuti tecnici e linee contemporanee con un' ispirazione che nasce dalla tradizione e dalla serenità rilassante della campagna toscana, cornice del video. Anche Hui, che sostiene la Fondazione Cologni per i mestieri d’Arte, guarda alla natura per i colori: salvia, bosco, ginepro che accosta al rosso lacca, al turchese, al blu Cina. Lo stesso mix Oriente-Occidente, con accordi e disaccordi, si ritrova nelle linee (redingote e kimono) e nei tessuti (sete e lana Shetland). Sara Cavazza, direttore creativo di Genny, lancia un messaggio per unire le forze e ripartire, proprio dalla Grande Bellezza italiana. E lo fa con una sfilata digitale, ambientata nelle sale degli Arazzi e delle Cariatidi di Palazzo Reale, a Milano. Abiti tunica, tailleur pantalone, cappotti con stampe che richiamano i tessuti d’arredamento inglesi. Per la sera lunghi con spacchi e paillettes e top con il motivo della farfalla, stampato o in tulle.  Molto vicina allo spirito della fondatrice, ma quanto mai attuale la collezione Mila Schön, presentata dal vivo su strutture mobili e colorate ispirate ai Mobiles di Calder. Tailleur, cappotti double face, trench: un guardaroba completo di grande vestibilità con dettagli di stile raffinati e imprevedibili, come una tasca particolare, un’abbottonatura laterale, uno scollo a goccia. Colori dominanti bianco, beige, grigio. Magnifici gli inserti con fettuccine colorate su abiti e paltò bianchi o le pennellate nere a mano . Da Moschino Jeremy Scott gioca con reminiscenze cinefile Hollywood anni Trenta. Improvvisa un teatrino con spettatrici d’eccezione e un quadretto tropicale. Nella migliore tradizione moschiniana i colori e le stampe(foto in basso). Sfilata classica da Emporio Armani, per uomo e donna, ma adeguata alla formula digitale per gli straordinari giochi di luce. Grande ritorno alla giacca per lei di diversi tipi, sempre femminile e sempre inedita. Scene di vita cosy e look in sintonia per le cinque ragazze del video Momonì.  




La natura è il riferimento per i colori da Fabiana Filippi, tra cui il bianco, di tendenza questa stagione, è dominante. Un corridoio tra le macchine tessili della Marzotto fa da passerella alla collezione sportsuit di Dima Leu, stilista di origini moldave, creata in collaborazione con il gruppo di Valdagno(foto al centro). 
 


 

mercoledì 24 febbraio 2021

STILE E STILI DI VITA



Calibrato, senza troppa enfasi né retorica, documentato ma non biografico, con tocchi raffinati ma senza eccessi pretenziosi.  Sicuramente sarebbe piaciuto a Beppe Modenese il filmato-tributo a lui dedicato, con la regia di Beniamino Barrese, che ha aperto la seconda giornata della settimana della moda milanese.


Nessun aneddoto, ma brani di interviste, senza ordine cronologico,  che meglio di qualsiasi commento hanno descritto l’indimenticabile presidente onorario di Camera della moda, scomparso lo scorso  novembre.  “Non rimpiango le persone singole ma quello che rappresentavano…avevano una generosità che non c’è più. Ma adesso bisogna essere così”. Nelle sue considerazioni sul passato nessun rimpianto nostalgico, ma una presa di coscienza del cambiamento dei tempi e degli stili di vita.  Pochissime le immagini di lui, sostituite da quelle dei luoghi ai quali era legato: la Scala di cui era un assiduo frequentatore, la sartoria Caraceni e poi la Milano  delle nuove costruzioni, espressione di quella vitalità che il Primo Ministro della moda italiana, come era stato definito da Women’s Wear Daily, aveva conservato anche nei suoi 90 anni. Il nuovo stile di vita è quello che ha voluto mettere in evidenza nel video della sua collezione Angela Missoni. Non c’è una stagione precisa, le  ragazze indossano shorts e giubbotti, sciarpone o abiti leggerissimi. Si trovano tra di loro in un bowling, a un’entrata di metropolitana, sempre in realtà urbane.  Simonetta Ravizza, invece, pensa a uno stile senza tempo, di cui la perfetta testimonial è la mitica Jane Birkin. Ecco quindi una rivisitazione della giacca di volpe come portava lei, l’unica vera pelliccia  sostituita da piumini in cashmere, giubbotti o giacconi in pelle, montone o kid stampato a giraffa o maculato, tutti animali della catena alimentare. La pelliccia è sempre più un dettaglio, caratterizzante. Serve a creare, per esempio, una versione invernale del cestino di vimini, peraltro deliziosa. I colori sono il grigio  e il beige con tocchi di arancio e un elegante midnight blue per giacche e trench. Molta  ricerca anche nella collezione di Simone Guidarelli per Cuoio di Toscana, che ha inventato per paltò, giacche e gonne longuette, una pelle green,  tessuto non tessuto ottenuto dal materiale usato per le suole delle scarpe. Sia in colore naturale, sia in una fantasia floreale  con cui propone anche borse e occhiali. L’ha presentata in un corto con tutte le premesse misteriose del noir,  girato nella storica villa Borsani in Brianza. Guidarelli ha realizzato anche il video di presentazione della collezione Leisure di Chiara Boni. E’ ambientato nell’abitazione milanese della stilista, perfetta scenografia per un abbigliamento confortevole, ideale per situazioni di smartworking,  ma sempre  femminile e donante. La mantella è la protagonista da Fabio Quaranta, scozzese o in tinta unita si abbina a pullover a righe, giacche e giubbotti di tweed assolutamente genderless, come i modelli che li indossano nel video.  


martedì 23 febbraio 2021

MODA? COLORATA, SOSTENIBILE...DIGITALE

Al via la settimana della moda milanese per il prossimo autunno inverno. Dopo la Fashion Week newyorkese disertata dai big, Tom Ford compreso che ne è presidente, e non certo compensata dalla presenza della figliastra di Kamala Harris sulla passerella di Proenza Schouler. E dopo la London Fashion Week conclusasi oggi, che ha avuto nella sfilata di Burberry by Riccardo Tisci il momento top. Per il primo giorno due debutti nel calendario-presentazioni: Gonçalo Peixoto e Alabama Muse.  Nel video del portoghese, camminano in corridoi e sale dai muri délabré ragazze con cappotti a vestaglia in finta pelliccia, piumini a fiori, completi pantalone molto femminili e per la sera nude look e lurex. Per le sue pellicce animal fur friendly Alice Gentilucci, ideatrice del marchio con un passato da redattrice di moda a Vogue, ripropone le atmosfere  fra  Tarantino e Lynch e fa indossare i capi variopinti dalla cantante cosmopolita Petite Meller  con una storia  Los Angeles style in Versilia (foto in alto).  Sceglie invece una casa nella campagna romana (di Maria Sole Torlonia) con tavolate all’aperto e cavalli, Blazé per un ritorno al classico, ma solo come merceologia, poncho, maglioni pesanti, blazer e capispalla dal taglio sartoriale, in principe di Galles, pied-de-poule ma anche stampati floreali. Modella perfetta Dree Hemingway, nipote di Ernest (foto in basso). In uno spazio virtuale con lo sfondo dei grattacieli di New York sfilano le sexyssime avatar di Bacon, brand fondato da Andrea Pilato Barrara. Per loro, tutte con occhiali da sole e tacchi vertiginosi, piumini di ogni forma e colore, tinta unita ma anche a disegni, a quadri o addirittura con patchwork di stampati diversi. Sono realizzati nell’ecologico filato Seaqual e imbottiti con piume riciclate.  



Come sempre De Wan, in Via Manzoni, coglie l'occasione per mostrare le nuove proposte. Dai soprabiti haute couture di Matilde Zani alle microborse, accento chic per una pluralità di look, alle cinture unisex in una varietà di pellami e colori. A far da sfondo,i quadri di Roberto De Wan,
ispirati alle pagine di Dante.    

lunedì 22 febbraio 2021

QUANDO LA VITA E' UN ROMANZO

Non è facile in un romanzo autobiografico conservare un tono non  enfatico. E’ vero d’altra parte che la narrazione distaccata può diventare esercizio di stile e rischia di non appassionare. C’è poi la chiave humour alla Woody Allen, che non si presta però a tutte le vite. Luciana Boccardi con La Signorina Crovato (Fazi Editore)   


ha trovato un equilibrio giocando tra la vicenda personale e la saga famigliare, con lo sguardo di una bambina prima e di una ragazzina poi. La storia si svolge tra Venezia e la campagna intorno, prima, durante e a guerra finita. Dopo una premessa su nonni e genitori, incomincia il racconto di Luciana. Ha tre anni quando viene mandata in pensione da contadini dopo l’incidente del padre, che lo ha reso cieco e impossibilitato a lavorare. In campagna dorme in una cesta per tacchini, indossa  zoccoli o gira a piedi nudi e impara a governare le bestie. Ma appena riesce a integrarsi deve partire per un’altra destinazione, un’altra casa, altre mansioni. Tornata a Venezia, mentre va alle elementari lavora in una panetteria, per un grossista di spazzole, aiuta bambine ricche nei compiti. Frequenta la scuola d’avviamento e riesce da privatista a conseguire il diploma di terza media. Fa la commessa in una boutique al Lido, spacciando la conoscenza dell’inglese di cui sa pronunciare solo una frase, che usa come passepartout. Un corso di dattilografia e uno di stenografia la portano a vari impieghi minori, fino ad arrivare sedicenne al posto fisso in Biennale, dove lavorerà per anni, occupandosi soprattutto di musica e teatro. Molte sono le pagine struggenti. Grandissima è la compassione per questa bambina senza infanzia, contenta dell’affetto di un cane, stretta a una vecchia brutta bambola, ma con già le idee chiare di quelli che sono i valori della vita e soprattutto la dignità. Soffre per il padre, grande musicista e coraggioso antifascista, umiliato nella sua menomazione. Non si piange mai addosso, ma cerca soluzioni, vie di scampo, vuole rendersi utile. Alle volte si fa fatica ad andare avanti a leggere per la crudeltà delle prove che deve affrontare la bambina, ma poi ci si rasserena, anzi si ha addirittura una visione positiva della vita, pensando a che grande donna, giornalista, scrittrice è diventata Boccardi. E come sia stata capace di trasformare  quella sofferenza in uno stimolo e un prezioso bagaglio. Straordinaria anche la sua abilità di far rivivere le situazioni con gli occhi e il pensiero di una bambina, contributo notevole a filtrare la lettura con un sorriso.    

martedì 16 febbraio 2021

QUESTO AMORE COSI'....AUTENTICO?

Certo la reazione immediata sarebbe prendere le distanze da un libro intitolato Passione e sentimento. Soprattutto in area o meglio dire in periodo post S.Valentino, dove si è stati bersagliati da messaggi, comunicazioni, annunci, mielosi e sdolcinati, che non hanno neanche più il pudore di nascondere la bieca finalità commerciale. Anche la scritta in costa Rime e aforismi non sembra promettere di più delle cartine dei Baci Perugina. E senza nemmeno il cioccolato… Poi se si legge l’introduzione dell’autrice, Rosanna Prezioso, superando i Cupìdi con la pioggia di cuoricini, s’incomincia a ricredersi sulle proprie posizioni schizzinosamente razionali, tanto da percepire  nelle tre nuvolette che sovrastano i Cupìdi addirittura una nota di humour. La frase convincente sull’amore autentico è proprio l’iniziale,  pronunciata da Hemingway-Corey Stoll, in Midnight in Paris e forse una delle più azzeccate di un film non tra i migliori di Woody Allen. In fondo l’amore è "una medicina capace di allontanare il tedio della vita... e non ci sono formule per renderlo eterno" ribadisce Prezioso. Dopo questa premessa iniziano gli scritti, dall’haiku-aforisma alla vera e propria poesia, con o senza rime. Alcuni portano una data, altri no. In alcuni si può intuire 



una storia o un flash, un pezzetto di vita, in altri solo riflessioni. C’è il quotidiano, c’è qualche rimpianto, inevitabile se si vuole essere realistici, ma su tutto aleggia un pensiero razionale mai cinico o distruttivo, anzi spesso appassionato e coinvolgente. Dietro si coglie positività, una certa gioia di vivere e la capacità di andare al di là del momento, senza però dimenticarlo. Anche i commenti sull’altro nella coppia o pseudo coppia o sugli uomini in generale non cadono mai nel banale, nello scontato, pur riportando ed evocando situazioni comuni o per lo meno non così straordinarie. Ad accompagnare la lettura, ci sono i disegni, sempre di Prezioso che oltre scrittrice e giornalista è illustratrice, nei quali si avverte lo stesso filo conduttore di tenera ironia. Il libro è pubblicato da Simonelli.  

venerdì 12 febbraio 2021

SORPASSO IN CURVA

Chissà se la duchessa di Windsor con le sue massime perentorie su magrezza e ricchezza si rivolta nella tomba? Chissà se si decidesse per un sequel di Il diavolo veste Prada, Miranda Priestly avrebbe un’assistente taglia 44? Sembra che in questo momento i chili in più non solo sono tollerati, ma sono quasi una condizione di bellezza. Che sia perché la pandemia con le palestre chiuse, lo smartworking quindi l’immobilità, la noia amica degli spuntini ha alzato le taglie di molte? Quello che è certo è che parecchi brand o meglio maison che non andavano oltre la taglia 44 hanno ampliato, è il caso di dirlo, la loro offerta. Perfino Chanel, fedele all’eredità di Mademoiselle, sostenitrice accanita del binomio femminilità-magrezza, ha mandato in passerella  una modella oversize con il cappotto nel tessuto e con i dettagli delle iconiche giacche. Elena Mirò, firma top del curvy, sfila nella prossima Fashion Week Milanese, non più emarginata e relegata in un altro periodo. Non solo, a disegnare la collezione Alessandro Dell’Acqua, uno dei più validi stilisti con un super curriculum.  Che sia per ragioni di mercato da tenere presenti in questo frangente, che sia per un’idea di bellezza più democratica, di certo le curvilinee sono sdoganate. Sarà contento chi le ha sempre sostenute, contro ogni moda e tendenza, tanto da poter pensare in qualche modo di aver contribuito a far cambiare le opinioni. E’ il caso di Barbara Christmann che con determinazione e creatività porta avanti da quasi un decennio il calendario Beautifulcurvy. Al grido di bisogna amarsi e accettarsi maggiormente ha aiutato molte donne a  sentirsi sicure di sé e delle proprie forme. Donne che sono diventate modelle, influencer o, come lei stessa dice, semplicemente donne felici.  



Per il Beautifulcurvy 2021, a causa del Covid, non ha realizzato nuove foto ma ha utilizzato le più significative dei calendari degli anni passati. Nelle foto le tre ragazze di giugno e la ragazza con il maglione di novembre. 

giovedì 11 febbraio 2021

UNA ZUPPA CI SALVERA'

Perfino chi detesta ed evita terrorizzato, anche e soprattutto, i più celebrati Carnevali, potrebbe ricredersi per quello di Basilea, dal 2017 entrato a far parte del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Cortei e baccanali ci sono, ma riveduti e in un’altra luce. E’ il caso di dirlo. Inizia il lunedì dopo le Ceneri, per una storia di Quaresima e Luteranesimo, dato che è un Carnevale protestante, anzi il più grande del mondo. Quando ai campanili rintoccano le quattro,  tutte le luci si spengono nelle strade e nelle case.  Da ogni parte della città, al suono di pifferi e tamburi che intonano la melodia tradizionale Morgenstraich, si muovono i cortei con le lanterne, che diventano l’unica illuminazione nel buio totale. Con una struttura in legno su cui è distesa una tela da dipingere a mano, le lanterne possono arrivare a oltre i tre metri di altezza. Le sorreggono persone mascherate che si muovono per gruppi, chiamati clique. Durante l’anno i componenti  si riuniscono per preparare l’evento, decidere il tema da disegnare, che si riferisce quasi sempre a fatti di attualità o personaggi di cui si parla, studiare gli spettacolini da  mettere in scena nei locali.   Nei pomeriggi di lunedì e mercoledì c’è il Cortège con più di 11mila figuranti mascherati e carri vari, certamente più tradizionale e meno d’atmosfera. Quest’anno causa Covid il Carnevale non si fa e slitta a marzo del prossimo anno. Ma chi vi ha partecipato può evocarlo e chi non l’ha mai visto può averne un gustoso anticipo con la Mehlsuppe



lo Zwiibele
.  La zuppa di farina e il tortino di cipolle sono i due piatti tipici con cui ci si riscalda nella notte alla pasticceria Schlesser, ovviamente a lume di candela . Ottimo osservatorio dei momenti clou con le sue finestre al primo piano sulla Marktplatz. Non è la stessa cosa, ma si può provare a ricreare un pizzico dell’atmosfera seguendo le ricette dello chef Paolo Dalicandro. Per info: www.myswitzerland.com

lunedì 8 febbraio 2021

DI FRONTE ALL' ULTIMA

Cosa c’è di peggio per un’opera d’arte che trovarsi di fronte a una delle più importanti opere d’arte di tutti i tempi? Meglio il confronto umiliante o l’indifferenza totale? A questo proposito quanti conoscono e sanno dove si trova la Crocifissione di Donato Montorfano? E’ un affresco di 9 metri x 5 dipinto nel 1497 da tale Montorfano, nato a Milano nel 1460, che si trova nel Cenacolo, proprio di fronte all’Ultima Cena. Per secoli schiacciata dal confronto ora è arrivato il momento della sua riscossa. Il primo passo, per dare visibilità alla Crocifissione, dove per i ritratti dei duchi pare sia intervenuto lo stesso Leonardo, è stata la spolveratura. Che ha messo in evidenza i dettagli di colore ma soprattutto l’oro della tradizione tardo-gotica (foto in alto). Interessante perché racconta di un tentativo di modernizzazione, portato avanti dal grande maestro con i colori più naturali della coeva Ultima Cena. Risalterà grazie alla nuova illuminazione, con la sponsorizzazione tecnica di iGuzzini, prevista per l’autunno. Non solo sarà più efficace, ma abbatterà le quote di luce nocive e nello stesso tempo permetterà una migliore visione d’insieme del refettorio. Fa parte di una serie di interventi che verranno  introdotti entro la fine dell’anno. Con un accordo con il Politecnico di Milano si stanno aggiornando le tecnologie per monitorare lo stato dell’aria e avviando indagini diagnostiche per verificare lo stato della superficie dipinta. In un programma di ecologia culturale poi, sarà rinnovato il sistema impiantistico con energia prodotta a pompa di calore e abbassando le emissioni. Nella sostenibilità rientra anche il sociale per cui il Museo del Cenacolo sta perfezionando una convenzione con il carcere di Opera per il reinserimento dei detenuti. Non ultima la messa a punto di un Cenacolo live per visitare il museo anche nei momenti di chiusura. 



Intanto il Cenacolo apre domani con prenotazioni e orari semplificati. Resterà aperto fino al 21 febbraio, dal martedì al venerdì con accessi dalle 9.45 alle 18,45 e turni di 15 minuti fino al 16 febbraio per 12 visitatori, dopo per 18 visitatori. Prenotazioni 
on line settimanali e acquisto biglietto in biglietteria dalle 9,30 alle 18,30. 


 

giovedì 4 febbraio 2021

DIETRO LA TELA

Non sempre fa piacere sentire la spiegazione di un’opera d’arte contemporanea mentre la si guarda. Si vuole cercarne da soli una chiave di lettura e un’interpretazione. Poi si può leggere qualche testo in proposito, magari solo per vedere se la propria impressione coincide con quello che voleva esprimere l’artista. Se però è l’autore dell’opera a parlarne può essere diverso, e diventare addirittura appassionante se dietro alla scultura o al quadro c’è il racconto del lavoro fisico. E’ il caso di Eleonora Firenze e della sua personale Fragments alla Galleria Francesco Zanuso di Milano. “Perennemente in ricerca”, come dice la sua presentazione, attraverso forme espressive che vanno dal canto e la musica alla regia teatrale, oltre che alla pittura e le installazioni, l’artista racconta le sue opere in modo tale da aggiungere un qualcosa in più alla contemplazione.  Dalle sue parole, mentre spiega il tipo di tela usato, lo sforzo per raggiungere quel certo colore o quel rilievo, la voglia di sperimentare nuovi materiali, si percepisce un entusiasmo e una determinazione che vanno al di là della pura creatività. Si comprende la necessità di rinnovarsi, di sfidare la materia e se stessa per ottenere quegli effetti tridimensionali, quei cerchi perfetti disegnati a mano libera, quegli abbinamenti che, ripetuti nello stesso quadro, risultano però sempre diversi, per sfumature e lavorazioni, frutto di un attento studio sui materiali.  Una pittura che rimanda al cubismo di Picasso, ai colori e all’astrattismo di Mondrian, ma con punti di contatto con i futuristi e le geometrie di Paola Accardi, eppure assolutamente personale e inedita. Interessanti le installazioni,  che portano a riflettere sulle tematiche del momento. Dalla metropoli durante la pandemia alla barca dei migranti, a Fine di un sogno con la falce e il martello in un doloroso ripiegarsi su loro stessi. 



Fino a quel ramo di un ulivo distrutto dal batterio, lucidato e levigato, da cui sbocciano per incanto dei fiori di rame: forse un messaggio di speranza per le sorti del pianeta. 
La mostra, inaugurata ieri, continua fino al 25 febbraio in Corso di Porta Vigentina 26, dal lunedì al giovedì dalle 15,30 alle 19, venerdì e altri orari su appuntamento (cell.3356379291).

 

lunedì 1 febbraio 2021

DALLA A ALLA Z VIA VENEZIA

Che dire di un libro che si è solo sentito nominare, trovarselo in mano, leggerne qualche pagina e non riuscire a staccarsene? Forse è la migliore recensione. Può capitare con Burlesque (La Musa Talia Editrice) scritto da Luciana Boccardi durante la pandemia. Certo, il sottotitolo Dizionario surreale nonché l’immagine di copertina e il divertente ritratto dell’autrice sul risvolto (foto Graziella Vigo) intrigano e invitano a dare un’occhiata. Non però a proseguire, se non ci fosse quell’ironia pungente, mai gratuita, che lega citazioni colte, ma non sentenziose, a commenti sferzanti e notizie curiose. Come dice una nota prima dell’introduzione e subito dopo la bella lettera di Arrigo Cipriani, la lettura “è sconsigliata a chi non apprezza il sorriso e l’ironia”. Già nel risvolto di copertina si spiega cos’è il burlesque e la sua storia che continua in una foto di Dita von Teese, “show-woman che lo ha riportato in auge”. Quindi, in rigoroso ordine alfabetico, segue l’elenco di personaggi più o meno noti, oggetti, termini di moda con le loro definizioni.  Perché molti sono i riferimenti con la moda, dato che Boccardi è una delle firme storiche del giornalismo del settore e non solo. Per anni è stata funzionaria dei Festival di Musica e Teatro per la Biennale di Venezia, ha vinto un premio letterario consegnatole da George Simenon che l’ha introdotta al giornalismo, quindi si è occupata di cinema, intervistando attori e registi. E così si passa da Einstein a Coco Chanel, da Armani a Mastroianni a critici e giornalisti, da Arthur Miller a Hitler, da Mistinguette a San Francesco e Papa Francesco, passando per la bella Otero, Maria Antonietta, Chopin e Debussy. Alcune sono definizioni da antologia, altre sono mini-ritratti dell’autrice, altre sono frasi pronunciate dal personaggio, alcune vere, altre inventate, altre per cui ci si chiede se sono una cosa o l’altra. Di fatto tutte strappano un sorriso e un pensiero. E poi, completamente a sorpresa nelle ultime pagine, Il caso Venezia. In cui Boccardi, in veste di storica-cronista, ma soprattutto di amante della sua città e informata sui fatti,



racconta cosa è successo a Venezia dal 1926 in poi, del suo spopolamento senza sosta, dell’orrore  dei transatlantici da tremila passeggeri che ormeggiano a Riva degli Schiavoni, del Mose. Dei problemi di acqua alta e di un turismo sguaiato e d’assalto e soprattutto del fatto che qualcuno non vuole risolverli. Certo il passaggio è forte, soprattutto non c’è più la curiosità,  anche un po’ morbosa, di vedere chi è citato. Eppure la scrittura è così convincente e accattivante che si ha voglia di andare fino in fondo, interrompendosi solo per guardare le foto in bianco e nero di una Venezia non ovvia.