Con “in ordine di apparizione” Giorgio Armani, Gucci, Zegna, si concludono le sfilate della moda maschile per la prossima primavera-estate, a Milano. Domani quattro sfilate solo in streaming mentre il popolo della moda si sposta a Parigi. Tra le presentazioni e le passerelle si può trarre le conclusioni e parlare di tendenze. Che, più che altro, sembrano continuare il trend che da qualche stagione caratterizza anche la moda femminile. Attenzione e studio dei materiali e loro trattamento. Non solo per la sostenibilità ma anche ai fini della durata nel tempo, della leggerezza, della facilità di mantenimento e soprattutto del confort. Ai fini del confort e della vestibilità fondamentali anche le linee, sempre più morbide, fluide, non costringenti, perfino nel completo.
Si è notato particolarmente, perché esposti insieme a Palazzo Giureconsulti, nei marchi scandinavi, invitati da Camera della Moda. Da Mark Kenly Domino Tan di Copenaghen dove tutto è largo, dai pantaloni alle giacche, con rifiniture ben studiate. Al norvegese Envelope 1976, sul mercato da cinque anni, che punta sul bianco e nero con, per lei, abiti rock, anche in velluto e diverse pellicce. Interessante il brand svedese CDLP (acronimo di Cadeaux de la Providence) nato nel 2016 e partito da indumenti intimi maschili, anzi boxer, proposti in confezione regalo, da cui il nome. Da lì la collezione si è allargata a maglie, T-shirt, qualche pantalone e costumi da bagno, tutto in una fibra ottenuta dall’eucalipto. Le giacche ampie e strutturate sono la prerogativa di Adnym di Stoccolma. Lavora con filati boliviani e del Nepal Alayu di Copenaghen. Solo fibre naturali anche da ViaPiave33 che ha presentato la collezione alla Fondazione Sozzani. Tute, gilet, camicie, pantaloni, e qualche abito per lei e per lui indifferentemente. Particolare la garza leggerissima di cotone e metallo. Bianco e pastello le tinte. Il tutto proposto tra fiori e profumo di fiori, candele in candelabri di loro design (foto in alto). Oriente e Occidente s'incontrano piacevolmente da KB Hong brand cinese, alla Milano Fashion Week per il quinto anno, che sceglie come passerella la monumentale Sala Reale della Stazione Centrale. Anche qui le linee sono morbide e abbondanti, soprattutto nei pantaloni, così ampi da apparire gonne. S’ispirano ai costumi dei guerrieri imperiali della dinastia Han Fu. A volte è il ricamo o la stampa orientale che compare sui completi dal taglio classico, a volte è un’allacciatura particolare delle giacche o delle pieghe speciali che ricorda i kimoni (foto al centro). Dedicati quasi esclusivamente alla donna i brand alla seconda edizione di White Resort, al Superstudio Più di Via Tortona. Non solo costumi da bagno e pareo. Ci sono gli abiti dell’indiana Sruti Dalmia realizzati con i tessuti dei sari, ma con nuove stampe. Bocanegra di Medellìn crea orecchini con minuscole perle di vetro multicolori. Decisamente beachwear la collezione di BukawaSwim di Monte-Carlo che stampa sui costumi da bagno le foto di vecchie cartoline con grandi alberghi e palazzi della Costa Azzurra, fra Cannes e Marsiglia(foto in basso).
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