Le fashion week ormai sono dappertutto, in tutti i continenti, con più o meno rilievo e seguito. L’ultima è stata quella di Tangeri dal 30 maggio al 1° giugno, con il sostegno del Ministero marocchino della Gioventù, della Cultura e della Comunicazione. Con caratteristiche interessanti a cominciare dalla location, il Palais Moulay Hfid, gioiello dell’architettura marocchina del XIX secolo, famoso per i pavimenti e i muri di piccole lastre squadrate smaltate e per gli strepitosi, verdissimi giardini da Mille e una Notte.
Ma soprattutto perché la manifestazione ha voluto promuovere l’artigianato locale e la moda sostenibile, grazie anche alla collaborazione dell’Associazione Route de la Soie et Al Andalus che di queste tematiche ne ha fatto i suoi motori e i suoi princìpi. Perfetta quindi la partecipazione in passerella della Maison Vivienne Westwood, antesignana della moda eco-responsabile. Dieci dei suoi modelli più rappresentativi hanno sfilato insieme alle creazioni dei giovani talenti marocchini, provenienti, oltre che dal Marocco, da Francia, Italia, Palestina, Tunisia, Turkmenistan. In prevalenza capi importanti, molti dei quali rivisitazione in chiave contemporanea del caftano. Che diventa ora lungo da sera stretto in vita da un cordone di velluto, ora giacca da abbinare ai larghi pantaloni al polpaccio, mantella da indossare sulla tuta bustier aderentissima, o ancora completo diviso in una giacca e in un abito lungo con stampe identiche ma di diverse tonalità. Molto forti i colori, grande uso di ricami e applicazioni preziose, massima espressione di artigianalità. (Nelle foto dall'alto, Gowher Gouvernet, Veronica Pozzi, Vivienne Westwood).
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