Il riferimento a Giulietta e Romeo c’è. Ci sono dei passi di Shakespeare letti in italiano e in inglese, brani musicali tratti dal balletto di Prokofiev. Ma è soprattutto il tema dell’amore contrastato in cui si perdono i due amanti al centro di Vertigine di Giulietta, lo spettacolo della compagnia blucinQue fino al 16 aprile al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano. Una vertigine fatta di incredibili evoluzioni, salti nei cerchi e in strutture dalle forme geometriche, salite su scale, accompagnate anche dalle note magiche del violoncello di Bea Zanin, che ha curato il sound design.
A far vivere e animare questi elementi, sei straordinari performer Elisa Mutto, Alexandre Duarte, Federico Ceragioli, Vladimir Jezic, Michelangelo Merlanti, Ivan Ieri. Con la regia e la coreografia di Caterina Mochi Sismondi, che è anche la fondatrice della Compagnia blucinQue, titolare del primo centro di produzione nazionale per il circo contemporaneo blucinQue/Nice, sostenuto dal Ministero della Cultura. Le evoluzioni vanno al di là della danza per diventare davvero esibizioni acrobatiche. Gli artisti saltano, entrano ed escono da un cerchio volteggiando. Con le braccia e le torce, che tengono in mano, formano cerchi di fuoco. Sorreggono con la testa scale a pioli su cui un altro gira all’infinito. Si appendono con una lunga sciarpa legata alla caviglia a un palo e danzano nel vuoto. Esibizioni che lasciano con il fiato sospeso, dove i corpi, leggerissimi, diventano delle linee che scrivono disegni nell'aria. I ballerini sono legati alla terra solo da un esile filo che da un momento all’altro potrebbe rompersi. Proprio come l’amore di Giulietta e Romeo è legato a un filo sottile, che in qualunque momento si può spezzare e si spezzerà, nonostante l’amore fortissimo che lega i due giovani. Uno spettacolo davvero straordinario. Che dà le vertigini.
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