mercoledì 19 aprile 2023

C'ERA UNA VOLTA

E’ sempre una sorpresa piacevole il cortile dell’Università degli Studi di Milano disseminato di installazioni per la Design Week.  L’edizione di quest’anno s’intitola Design re-evolution. Vuole  fare riflettere sul “pensiero evolutivo per attivare sinergie tra diverse discipline”. Le contaminazioni tra arte, scienza, scenografia aumentano di continuo. Forse, a differenza degli altri anni, quel fil rouge fiabesco che dà spazio all’immaginazione è meno forte. Sostituito, con più contemporaneo pragmatismo, dalla voglia di saperne di più di quell’Universo lontano, quel Metaverso che si avvicina sempre più. Per questo forse si è meno stupiti, meno incantati. Sotto un’apparenza immaginifica c’è più concretezza. 





Come in quella Macchina Impossibile  di Piero Lissoni con le eliche che si muovono con un sistema a idrogeno verde. Un progetto di nautica sostenibile (foto in basso). Oppure quel bosco verticale miniaturizzato di Topotek, interamente realizzato con vasi e piante, per insistere sul messaggio delle città più verdi. A proposito di Bosco Verticale parla di biodiversità Swing, l’altalena di Stefano Boeri, ispirata  ai Surrealisti spagnoli che si dilettavano in performance seduti su un’altalena. Giocata sulla metafora l’installazione di Simone Micheli nel Cortile dei Bagni: tre gabbie, in due un uccellino di 2 metri, la terza vuota  e l’uccellino a fianco pronto a spiccare il volo  per evolversi e non lasciarsi coinvolgere dal sistema. Tra le installazioni più guardate Farfalle di Ludovica Diligu: 540 minuscole  giacche di velluto che dal bianco passano al nero formando un arcobaleno,    metafora del bruco che diventa farfalla. O ancora lo Studio Nomade d’ Artista di Sergio Fiorentino con visi su pareti blu oltremare e volti dorati dei sognatori, tutto incorniciato  dalle arcate del sottoportico del Cortile d’Onore (seconda foto dall'alto). O metri di tessuti sporchi dell’inchiostro delle rotative dei quotidiani nell’installazione di Gianluigi Colin, che raccontano il passato (terza foto dall'alto). Come tutti gli anni i rivestimenti dei porticati di accesso  ai chiostri del primo piano sono con i tessuti di Missoni e la mostra del design brasiliano è nel portico affacciato su Largo Richini: dal divano alla tazza da tè. Il gusto della fiaba è un po’ smorzato ma c’è molto altro per consolarsi. Una vera fiaba, durata solo un giorno, quella dei gioielli Aliita, intitolata Ammanita, il fungo più fiabesco.  Raccontata, con il cestino in mano, in un percorso verde con sportellini da aprire per cogliere, come funghi, deliziosi gioielli.

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