Dicono le guide. Solo per le
Pedreres de S’Hostal varrebbe la pena andare a Minorca. Sono le cave, a pochi
chilometri da Ciutadella, dove si estraeva e si lavorava il marés, pietra
calcarea di cui sono costruiti molti edifici storici dell’isola. L’ingresso, attraverso una casupola angusta,
non promette niente di speciale, ma basta superarla e affacciarsi da un muretto
ed è subito meraviglia. Un’immagine dell’insieme straordinaria, che viene
completamente stravolta quando ci si entra. Il percorso è ben segnalato. Un occhio disegnato sulla pietra suggerisce
che lì c’è una vista interessante. Una riga verde spiega, invece, l’itinerario classico per non lasciarsi sfuggire niente. Mentre una blu indica quello più particolare, dove
ci si può perdere o
trovare una manina rossa che avverte che chi si inoltra lo fa a suo
rischio e pericolo. L’idea dell’avventura, quindi, è sempre presente, mixata
con quella del gioco. Di cui il labirinto è il punto forte. Guardandolo dall’alto
si ha l’impressione che uscirne sia facile e invece trovandocisi in mezzo, perfino seguendo i numeri incisi sulle pietre,
si può avere qualche problema. Tanto che è normale chiedere indicazioni a
quelli che dall’alto seguono l’impresa temeraria. Il fascino del luogo è dato dalla
varietà. Per cui si passa dal labirinto
a un muro altissimo con spaccatura nel mezzo, che crea una eco e suggerisce
delle analogie con il muro del pianto di Gerusalemme. O ancora ci s’imbatte,
all’improvviso, in un giardino medioevale, che sembra far parte di un chiostro
con una fontana al centro. Notevole la varietà di piante ed erbe da cui si è
circondati. Molti i cunicoli che si aprono su spazi ampi e inaspettati. Ci sono
scalinate ripidissime per i più coraggiosi, segnalati dalla manina. O massi che
hanno la forma di una scultura. Zone di silenzio totale che si alternano ad
altre dove il chiacchiericcio dei visitatori è moltiplicato dall’eco. Qua e là
costruzioni in ferro arrugginito. Non sono né sculture né installazioni d’arte,
anche se ne hanno l’apparenza. Sono i vecchi macchinari per tagliare le pietre.
C’è anche una bicicletta in un angolo, impossibile resistere dal cavalcarla.
Nel dépliant si parla di un paesaggio
scolpito nella roccia, ma le Pedreres sono molto di più di un paesaggio. Sono
un mondo dove trovare arte, passato, storia, archeologia industriale, mistero,
gioco, divertimento. E non sono molti a conoscerlo. Anche perché Lithica, questo è il nome del
sito, è aperto da novembre a marzo solo dalle 9,30 alle 14,30. Mentre da aprile
a ottobre si può visitare anche nel pomeriggio dalle 16,30 al tramonto.
Bello un invito in più per andare a Minorca! Alessandra
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