giovedì 20 giugno 2019

VALE IL VIAGGIO




Dicono le guide. Solo per le Pedreres de S’Hostal varrebbe la pena andare a Minorca. Sono le cave, a pochi chilometri da Ciutadella, dove si estraeva e si lavorava il marés, pietra calcarea di cui sono costruiti molti edifici storici dell’isola. L’ingresso, attraverso una casupola angusta, non promette niente di speciale, ma basta superarla e affacciarsi da un muretto ed è subito meraviglia. Un’immagine dell’insieme straordinaria, che viene completamente stravolta quando ci si entra. Il percorso è ben segnalato. Un occhio disegnato sulla pietra suggerisce che lì c’è una vista interessante. Una riga verde spiega, invece, l’itinerario  classico per non  lasciarsi sfuggire niente.  Mentre una blu indica quello più particolare, dove ci si può perdere  o  trovare una manina rossa che avverte che chi si inoltra lo fa a suo rischio e pericolo. L’idea dell’avventura, quindi, è sempre presente, mixata con quella del gioco. Di cui il labirinto è il punto forte. Guardandolo dall’alto si ha l’impressione che uscirne sia facile e invece trovandocisi in mezzo,  perfino seguendo i numeri incisi sulle pietre, si può avere qualche problema. Tanto che è normale chiedere indicazioni a quelli che dall’alto seguono l’impresa temeraria. Il fascino del luogo è  dato  dalla varietà. Per cui si passa  dal labirinto a un muro altissimo con spaccatura nel mezzo, che crea una eco e suggerisce delle analogie con il muro del pianto di Gerusalemme. O ancora ci s’imbatte, all’improvviso, in un giardino medioevale, che sembra far parte di un chiostro con una fontana al centro. Notevole la varietà di piante ed erbe da cui si è circondati. Molti i cunicoli che si aprono su spazi ampi e inaspettati. Ci sono scalinate ripidissime per i più coraggiosi, segnalati dalla manina. O massi che hanno la forma di una scultura. Zone di silenzio totale che si alternano ad altre dove il chiacchiericcio dei visitatori è moltiplicato dall’eco. Qua e là costruzioni in ferro arrugginito. Non sono né sculture né installazioni d’arte, anche se ne hanno l’apparenza. Sono i vecchi macchinari per tagliare le pietre. C’è anche una bicicletta in un angolo, impossibile resistere dal cavalcarla. Nel dépliant si parla di un paesaggio scolpito nella roccia, ma le Pedreres sono molto di più di un paesaggio. Sono un mondo dove trovare arte, passato, storia, archeologia industriale, mistero, gioco, divertimento. E non sono molti a conoscerlo.  Anche perché Lithica, questo è il nome del sito, è aperto da novembre a marzo solo dalle 9,30 alle 14,30. Mentre da aprile a ottobre si può visitare anche nel pomeriggio dalle 16,30 al tramonto.     

1 commento:

  1. Bello un invito in più per andare a Minorca! Alessandra
    la mia mail è Alessandra_fanelli@tin.it e nom alefanelli18@gmail.com

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