Joan Crawford, mentre le sfoltiscono le sopracciglia, le piegano le ciglia, le stirano i capelli, le fanno una ceretta. Più che trattamenti di bellezza sembrano torture e una didascalia lo dice. Forse è l'unico reportage che Eve Arnold sia riuscita a fare perché donna. La sua carriera, prima fotografa con Inge Morath a entrare alla Magnum nel 1951, non è stata certo favorita dall'essere donna. La fotografia in quegli anni era un blindato territorio maschile. Una discriminazione a cui si aggiungeva per lei quella di essere ebrea, nata Cohen nel 1912 a
Philadelphia da genitori
russi emigrati, di cui il padre rabbino. Diceva di non voler essere una donna fotografo, ma un fotografo donna e come tale è stata interprete dei sentimenti delle donne. E se le foto alla Crawford possono essere state un'occasione speciale, ce ne sono molte altre in cui la sensibilità femminile si rivela insostituibile. Lo racconta bene il reportage sui primi cinque minuti dei nati in una maternità. Un argomento che per Arnold era quasi un'ossessione, da quando aveva perso un bambino. Ma anche nelle foto di Marilyn c'è un approccio speciale. Dal celebre ritratto sul letto, inno alla sensualità, fino agli scatti sul set di Gli spostati di John Houston, dove era stata chiamata per sostituire un collega (nella foto in alto Marilyn con Eve Arnold). O ancora le molte foto di Marlene Dietrich o delle donne velate in Afghanistan del 1969, in cui la ragazza con i capelli bianchi, come la chiamava Dietrich, usa il colore. Sono alcuni dei reportage di Arnold esposti a Villa Bassi ad Abano Terme. S’inaugura infatti con Eve Arnold - Tutto sulle donne questa straordinaria casa-museo. Dimora cinquecentesca, ha pregevoli affreschi sull'amore coniugale, che nei saloni principali sono picchettati, perché i nuovi proprietari nel ‘700, per adeguarsi alla moda del tempo, li avevano interamente ricoperti con boiserie e stucchi. Dopo diversi passaggi di mano nel 1979 la villa fu acquistata dal Comune di Abano, che la intitolò al collezionista bergamasco-svizzero Roberto Bassi Rathgeb, da cui aveva ricevuto in dono una raccolta d'arte dal XV al XX secolo. Dopo il restauro la collezione, che comprende dipinti, sculture, arredi, è esposta o tenuta in deposito qui. La mostra di Eve Arnold si distribuisce fra l'ipogeo, i due piani e la chiesetta settecentesca affiancata alla villa. Le foto sono raccolte per tema. Oltre a quelle citate ci sono scatti di attori, da Anthony Quinn a un'inaspettata Monica Vitti bruna, a una giovane Silvana Mangano al Moma di New York. C'è una serie su Harlem, una sull'Africa e i riti Voodoo, una sull'India, una su Mongolia e Cina. C'è il mondo, ma è soprattutto l'umano, e la donna in particolare, a essere protagonista. Con un'attenzione forte per l'espressione, che sia la star o la sconosciuta. Completano il percorso le quattro foto di The frantic Housewife: documentano le casalinghe londinesi con dei primi piani su mani che cuciono, stendono i panni, stirano, cucinano (foto al centro). La mostra chiude l'8 dicembre. Un'occasione per conoscere una grande artista, ammirare gli affreschi e le opere della villa e concedersi un relax nel bacino termale più importante d'Europa. In una città, ha detto l'assessore alla cultura Cristina Pollazzi, che ha la curiosità di rinnovarsi per i suoi frequentatori, proprio come Arnold si lasciava ispirare dalla curiosità per la vita.
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