E’ strano doversi dispiacere di
non capire il napoletano, non stando a Napoli. E invece può succedere allo
spettacolo Napule è …n’ata storia, al Teatro Menotti di Milano fino al 7 aprile. Secondo appuntamento della rassegna
di narrazione e contaminazione Talkin’ Menotti, è presentato da Schegge di
Mediterraneo e Festival dell’Eccellenza al Femminile. E Mariangela D’abbraccio,
la protagonista, rappresenta bene queste eccellenze. Cantante e attrice, si
esibisce in 24 canzoni del repertorio di
Pino Daniele e in parole e versi di Eduardo De Filippo e altri grandi
autori napoletani del ‘900. Dotata di una notevole
presenza scenica, sa calamitare l’attenzione in modo straordinario, anche se non
si coglie il significato della parole. Ma quando legge un verso, una poesia, o in
rari casi canta in italiano, sebbene la sua capacità
interpretativa sia forte, si ha l'impressione di perdere qualcosa, non conoscendo il napoletano. In perfetta
sincronia, con il suo stesso contagioso entusiasmo, la band dei sei di Musica
Da Ripostiglio, che l’accompagna con chitarra e voce, chitarre elettriche,
contrabbasso, batteria, fisarmonica. Ben studiata la regia di Consuelo Barilari
e la scenografia fatta d’immagini proiettate. Da quelle del Pulcinella rivisto
di Emanuele Luzzati, ai frammenti di cartoon, alle foto di Napoli degli anni ‘50.
Perfetto anche l’abito di D’Abbraccio, uno chemisier nero, vagamente anni ’40,
cha lascia intravvedere maliziosamente una sottoveste di seta, e degli
stivaletti bassi che rivelano le caviglie sottili. Un insieme da donna vera
che mette in risalto la figura morbida e accogliente, enfatizzata dai lunghi
capelli neri, che scioglie a metà spettacolo, e dai movimenti decisi ma femminili, sensuali, senza mai
diventare volgari e neppure affettati.
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