Un progetto triennale con una serie di azioni,
oltre che naturalmente uno spettacolo, è quello che ha programmato la Compagnia
della Fortezza, costituita dai detenuti della Casa di Reclusione di Volterra,
per i trent’anni di attività. E’ un
progetto itinerante, partito da Volterra e continuato a Pisa già nel 2018, ora
approdato a Milano, prima di proseguire
per Bologna e Cagliari. Da ieri fino al 10
febbraio è, appunto, a Milano, al Teatro Menotti. Una scelta non casuale, dato
che nel 1993 una delle prime tournée della Compagnia è stata in Liguria,
grazie proprio a Emilio Russo, attuale direttore artistico del Tieffe Teatro Menotti. “Il mio rapporto
con questa banda di pazzi dura da
quasi trent’anni, ma continuo a provare l’emozione di assistere a uno
spettacolo unico” ha detto visibilmente emozionato Russo alla presentazione dell'iniziativa.
“La storia della Compagnia è una storia di sopravvivenza, dietro ogni
spettacolo c’è un tema, ma anche una guerra per affermare il senso della Compagnia.
Al momento della prima tournée sembrava che tutto dovesse morire” ricorda
Armando Punzo direttore artistico, fondatore e regista della Compagnia (al centro della foto di Stefano Vaja). E tutto
questo e molto altro è raccontato nel progetto che comprende Una luminosa lontananza, mostra
fotografica di Stefano Vaja. Nel foyer del Teatro Menotti, fino al 10 febbraio,
ripercorre gli spettacoli, gli allestimenti, i costumi e i momenti unici della
Compagnia. Il 5 febbraio segue la lectio
magistralis Voglio sognare un uomo e imporlo alla realtà di Armando Punzo, con
il coordinamento di Arianna Frattali dell’Università Cattolica di Milano. Racconta
il lavoro di regista che non si pone, come si potrebbe pensare, per obiettivo la rieducazione e il reinserimento sociale dei carcerati, ma segue un percorso per la riaffermazione del
diritto di ognuno di loro a esistere come individuo. Sempre il 5 febbraio è
programmata la proiezione del docufilm di Domenico Iannacone Sguardi sulla Fortezza. Che indaga su cosa spinge un uomo libero come
Armando Punzo a varcare la soglia di un
carcere ogni giorno, per anni. Segue uno workshop, dal 6 al 10 febbraio, con
partecipazione gratuita per 15 uomini, dai 18 ai 50 anni, e 5 donne, dai 18 ai 30, che potranno seguire in diretta la
regia, la drammaturgia, le prove e alcuni andare anche in scena. E infine l'8, il 9 e il 10 ci sarà lo spettacolo Beatitudo, liberamente ispirato all’opera di Jorge Luis Borges.
Perfettamente coerente con l’intento di Punzo, che non vuole partecipare o
raccontare la realtà contemporanea. “Non c’è possibilità di identificarsi nelle
storie di Borges, Borges mette in discussione tutte le realtà, bisogna trovarne
una all’interno”.
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