Una teiera in raffinata porcellana, finemente
disegnata, incastrata in una lastra di
cemento(foto al centro). Un’opera d’arte povera? Un’opera
d’arte sì, ma con un messaggio che va al di là dell’estetica e del gioco dei
contrasti. Chi l’ha creata è Duccio Maria Gambi, designer fiorentino tornato
in Italia dopo anni di attività artistica all’estero. Ed è una delle sue venti
opere numerate e prodotte da Artigianato e Palazzo, che saranno in vendita
durante la mostra, organizzata al Giardino Corsini di Firenze (foto in basso) da Giorgiana
Corsini e Neri Torrigiani, che riunisce ogni anno quasi un centinaio
di artigiani con le loro
manifatture di eccellenza. Ma questa XXIV edizione si annuncia speciale.
Sarà, infatti, un momento determinante per la comunicazione e la raccolta fondi
di un grande progetto, che non riguarda solo Firenze e la Toscana ma ha e avrà
una risonanza e un interesse internazionale. Si tratta della riapertura del
Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia di Sesto Fiorentino, uno dei capisaldi del
made in Italy. Le mitiche porcellane, nate quando le porcellane erano solo
cinesi, rappresentano un patrimonio di valore inestimabile. Mentre la fabbrica
è stata acquistata da Kering, salvando così l’occupazione, il museo di Doccia,
aperto nel 1965 e chiuso nel 2004, è
stato comprato dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del
Turismo per entrare a pieno titolo nel sistema nazionale dei musei italiani. Ma
occorre un grosso investimento perché possa diventare di nuovo fruibile. Al suo interno ci sono circa 8mila opere in
porcellana, ceramica, maiolica, terracotta, piombo, di varie epoche, tra cui
400 ceramiche di Giò Ponti (foto in alto), il primo servizio di piatti impilabili di Giovanni
Gariboldi, dai piatti più semplici usati nelle mense dei carceri a quelli più
sontuosi destinati alle tavole delle ambasciate. Oltre a 13mila fra disegni,
lastre di metallo incise, modelli di gesso, sculture in cera. Ed è soprattutto
questo materiale d’archivio che è importante come testimonianza del lavoro
collettivo dei molti esperti artigiani che si sono succeduti nei secoli.
Perché, come ha detto Livia Frescobaldi Malenchini, presidente associazione
Amici di Doccia: “Il museo deve essere percepito come una risorsa della
creatività delle generazioni future”. E sull’incontro fra il mondo della
tradizione artigianale e la produzione artistica contemporanea insistono gli
organizzatori di Artigianato e Palazzo,
per cui invitano ogni anno venti blogger selezionati da tutto il mondo. Per la
raccolta fondi oltre il biglietto d’ingresso, alla mostra è previsto uno
sportello digitale, un bancomat al contrario.
Inoltre in 35 punti vendita
Unicoop Firenze in Toscana sarà attivo, dal 3 aprile, un box office per
donazioni libere.
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