mercoledì 7 febbraio 2018

TONI DI COMICITA'



Difficile definire il teatro di Natalino Balasso(foto a sinistra), meglio conosciuto per il suo personaggio Toni Sartana. C’è la satira socio-politica, c’è il gioco degli equivoci da vaudeville, c’è l’intrigo e la suspense da giallo, c’è il movimento del musical, anche senza le canzoni, la verve del varietà, ci sono perfino i toni e l’enfasi della tragedia greca, nonché le streghe Macbeth-shakespeariane del titolo. Ma definirlo un mix è riduttivo, perché sembra qualcosa d’irrisolto, di non formato. Nella prima parte  di Toni Sartana e le streghe di Bagdad, secondo capitolo della trilogia La Cativìssima, ci sono dei momenti in cui la storia  sfugge. Nel senso che c’è un’eccessiva attenzione a caratterizzare i personaggi con un susseguirsi di definizioni, modi di dire, frasi che fanno ridere certo, ma sono un po’ fini a se stesse. Nella seconda parte, invece, si entra nel vivo, il ritmo è incalzante, la battuta non è più una finalità, ma diventa parte inscindibile del dialogo. La trama è chiara, i personaggi perfettamente delineati, ma mai scontati nelle loro affermazioni. Da Lea,la pestifera e complottista moglie di Toni,  all’efficiente e  manipolatrice segretaria Sharon con il suo parlare rapidissimo. Dallo stupido amico Bordin  all’imprenditore dei jeans coi strappi   alla vistosa prostituta Salma,  la persona più professionale e umana, in mezzo a donne  perfide e arriviste e uomini senza spina dorsale. Si arriva alla fine senza accorgersene, si avrebbe voglia che la storia continuasse. E quel dopo-finale in cui Natalino Balasso  presenta i due attori e le tre attrici che si esibiscono in più di un ruolo, lo si apprezza  davvero, perché si può godere ancora un po’di quella comicità insuperabile.
Prodotta dal Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale, la commedia è in scena fino all’11 febbraio al Teatro Menotti di Milano.

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