Qualcuno una decina di anni fa sosteneva che nell’era del web le fiere non
avevano senso. Certo, molte sono scomparse ma altre modificate, riadattate, ripensate, rivoluzionate
hanno riscontri e successo. La strategia
è avere un obiettivo preciso. White è riuscito a trovarlo, come dicono i numeri. Ed
è il lavoro di scouting e selezione
senza condizionamenti, per far conoscere ai buyer piccole realtà che solo con il
contatto diretto e non certo
sul sito si ha modo di testare e tastare. Tra i 546 marchi , 163 sono
stranieri e sono il 12,4% in più di febbraio 2017. Come i brand, al loro primo
White, della Red Area dalla Francia e da Berlino, o Ines Torcato dal Portogallo,
Sofie D’Hoore dal Belgio, i designer Fariza Sultan, Utari, Zibroo Design dal
Kazakhstan, One on one dalla Grecia con una maglieria per lui e per lei dai
dettagli intriganti (foto al centro). Vengono invece da otto regioni italiane i partecipanti del
progetto It’s time to south, fucina
di idee, dalla couture alle felpe, dai gioielli agli occhiali. La sostenibilità
è un punto forte per molti. E’ il caso della collezione di Carlotta Canepa
giocata sulle geometrie alla Sonia Delaunay e motivi floreali alla Frida Kahlo. Tutto nei
tessuti della storica azienda comasca, di cui Carlotta rappresenta la quarta
generazione, prima azienda internazionale ad aver aderito alla campagna Detox
di Greenpeace. Nell’ampliamento di White, all’opificio di Via Tortona 31, la visita è allietata dal
suono di un pianoforte dal vivo. Aziende artigianali e marchi di nicchia con un
ottimo rapporto qualità-prezzo come Reblanc, linea di Refrigue, con piumini solo
per donna, anche in velluto, con tagli donanti, lontani anni luce dagli
ingoffanti indumenti da omino Michelin. Nell’Opificio c’è anche quel che resta del vecchio Contemporary. Qui
spicca la maglieria Imago di Federica Frumento, vera arte da indossare, che riporta
su poncho e pull in cashmere gli oli su tela di Carla Benvenuto (foto in alto). Concentrato
soprattutto sugli accessori Super, il salone del Pitti a The Mall (foto in basso) . Penalizzato
forse dalla posizione, troppo fuori della mischia, ha avuto un calo
di italiani, ma sono aumentati gli stranieri, specie dalla Russia e dagli Usa. Tra i brand
affermati Scaglione, leader della maglieria, con una sofisticata capsule di abiti disegnati da una stilista giapponese. Ottima la selezione fatta da Camera della
Moda per scegliere i 14 brand italiani e stranieri per il Fashion Hub Market
nello spazio Cavallerizze.
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