Sono molti di questi tempi
le mostre, i film, i documentari che affrontano il tema dell’emigrazione. Ed è
un bene perché se ne parla sui media, ma mai abbastanza per far riflettere
sull’argomento in modo emozionale. Il film-installazione Carne y Arena di Alejandro Inarritu alla Fondazione Prada riesce a fare questo ed è un peccato che per
problemi tecnici non lo possano vedere in molti. Sulle grandi capacità del
regista messicano di colpire al cuore non si ha dubbi, ma quest’opera, perché
di questo si tratta, supera i capolavori che gli hanno fruttato ben quattro
Oscar. Certo il fattore interattività gioca una parte importante. Come il fatto
di essere soli ad affrontare l’esperienza. Da qui la necessità di prendere appuntamento,
di avere più di 16 anni e di firmare una liberatoria, cose che non rendono
facilmente accessibile Carne y Arena.
Per quanto si possa essere preparati e si sappia che si vivrà da vicino
l’esperienza dei clandestini sudamericani che cercano di entrare negli Usa,
l’emozione è comunque fortissima. Lascia senza parole, riempie di commozione e di rabbia. Si avverte
l’ingiustizia, l’orrore,la bieca ignoranza, la vigliaccheria da una parte e
dall’altra la determinazione, la volontà, la dignità mai persa. Senti le paure
di queste persone, il terrore, lo smarrimento, il sapersi in trappola. Per te sono cinque minuti, ma ti sembrano
interminabili, per loro sono giorni, mesi, anni. Tu sei a piedi nudi certo, ma
a una temperatura normale, loro nel deserto con un caldo soffocante o nel buio
totale al freddo. Impossibile dire di più non tanto per non togliere la
sorpresa, quanto perché le sensazioni ti restano dentro ben impresse, ma non riesci
a comunicarle.
Dove e quando si può vedere? Solo alla Fondazione Prada o avrà un canale più ampio?
RispondiEliminaCredo che per il momento sia solo alla Fondazione. E' come un site specific.
EliminaLo devo vedere. Grazie, Luisa.
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