come questa,
dove si può ancora stare all’aperto, rivitalizza le vie del quadrilatero che
dopo le 8 di sera diventano un deserto
inquietante. C’è più selezione che nella Vogue’s
fashion night, coinvolge un target più
maturo, anche se non necessariamente
degli intenditori di vino. Comunque mette insieme ed esalta due eccellenze,
nostre soprattutto, la moda con qualche
flash del design e le produzioni vinicole. E’ un modo per
vedere l’interno dei negozi, soffermarsi
sui particolari e gli arredi e nello stesso tempo provare
nuovi vini. Si beve le bollicine da
Sutor Mantellasi affascinati dalle ineffabili scarpe, dalla neonata borsa Eve,
ma soprattutto dal lampadario, puzzle
di forme per calzature (foto in alto). Per quanto
riguarda i vini si nota una tendenza a
mescolare, ovviamente con sapienza, vitigni diversi. A cercare nuovi sapori, a
inventare nuovi gusti che si adattino alle
nuove tipologie di cibo. C’è chi preferisce
offrire i suoi spazi a tenute della sua zona di origine o di sua
proprietà e chi invece cerca in altre regioni o in Paesi diversi. Come Santoni,
esempio dell’alto artigianato calzaturiero italiano, che offre lo champagne e i
vini di prestigio di Pommery. Il mantovano Corneliani nel suo elegantissimo
monomarca, tempio del vestire per l’uomo vero e probabile che tutte vorrebbero
incontrare, propone rossi e bianchi delle tenute Lunelli nel Trentino. Fedeli
con la sua iperclasica maglieria chic si
accorda alle novità coraggiose e convincenti di l’Astemia Pentita, cantina di
Barolo. Nuovo e coraggioso anche il Rosé 100% Sangiovese di fattoria Dianella
di Vinci, da sorseggiare da La Martina.
O le bollicine più classiche da D-Squared, ammirando i capi dove lo stile
militare è vincente. Si può perdere
tempo davanti alle vetrine scenografiche di Dolce & Gabbana (foto in basso), o fare strane
fantasie con i seducenti giochi di pizzi di La Perla. O appassionarsi
all’arredo del piano sotterraneo di Larusmiani, corner di Lorenzi e poltrone
Tecno, anni Sessanta, compresi.
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