Cosa lega un cappello, che simula l’onda
marina, a un’installazione con bottiglie di plastica o a foto di fontane
romane? L’acqua. Anzi Acqua, H20,
molecole di creatività, da vedere a Roma,
nella Sala Ottagona delle Terme di Diocleziano, fino al 12 giugno. Curata da Stefano Dominella e Bonizza Aragno, la mostra vuole mettere in risalto come l’acqua simbolo della vita, sia presente da sempre nella mitologia e nella letteratura, abbia ispirato la musica, il teatro, l’arte, dalla fotografia fino alla moda. Ed ecco riunite nell’affascinante spazio del Frigidarium varie espressioni di creatività. Si va, appunto, dalle immagini di Paolo Belletti delle fontane romane sotto la neve a La Regina dell’artista Enrica Borghi, abito-scultura realizzato con 20mila bottiglie di plastica (v.foto). Dai costumi teatrali e del cinema di Piero Tosi e Pier’Alli all’installazione Fuocoammare (dall’omonimo film di Gianfranco Rosi) di Guillermo Mariotto per Gattinoni:un giubbotto salvagente con una gonna che ricorda il mare in burrasca, per raccontare la tragedia dei migranti. Quasi un centinaio i pezzi esposti, tra abiti e accessori. Dal sandalo-gioiello di Ferragamo con il filo delle canne da pesca ai due cappelli di Patrizia Fabri, di cui uno straordinario vortice di seta, nato da una conversazione con Roberto Capucci (v.foto). Dall’abito onda di Giorgio Armani alla tuta onda di Krizia. Dal lungo con drappeggi color acqua di fonte di Ermanno Scervino a quello con i pesci ricamati di Valentino. E poi ancora gli storici capi d’alta moda firmati Irene Galitzine, Jole Veneziani, André Laug, i costumi da bagno couture di Laura Urbinati, i capi a prova d’acqua di Burberry, K-way, Stone Island, fino alle uniformi e le attrezzature della Marina Militare Italiana.
nella Sala Ottagona delle Terme di Diocleziano, fino al 12 giugno. Curata da Stefano Dominella e Bonizza Aragno, la mostra vuole mettere in risalto come l’acqua simbolo della vita, sia presente da sempre nella mitologia e nella letteratura, abbia ispirato la musica, il teatro, l’arte, dalla fotografia fino alla moda. Ed ecco riunite nell’affascinante spazio del Frigidarium varie espressioni di creatività. Si va, appunto, dalle immagini di Paolo Belletti delle fontane romane sotto la neve a La Regina dell’artista Enrica Borghi, abito-scultura realizzato con 20mila bottiglie di plastica (v.foto). Dai costumi teatrali e del cinema di Piero Tosi e Pier’Alli all’installazione Fuocoammare (dall’omonimo film di Gianfranco Rosi) di Guillermo Mariotto per Gattinoni:un giubbotto salvagente con una gonna che ricorda il mare in burrasca, per raccontare la tragedia dei migranti. Quasi un centinaio i pezzi esposti, tra abiti e accessori. Dal sandalo-gioiello di Ferragamo con il filo delle canne da pesca ai due cappelli di Patrizia Fabri, di cui uno straordinario vortice di seta, nato da una conversazione con Roberto Capucci (v.foto). Dall’abito onda di Giorgio Armani alla tuta onda di Krizia. Dal lungo con drappeggi color acqua di fonte di Ermanno Scervino a quello con i pesci ricamati di Valentino. E poi ancora gli storici capi d’alta moda firmati Irene Galitzine, Jole Veneziani, André Laug, i costumi da bagno couture di Laura Urbinati, i capi a prova d’acqua di Burberry, K-way, Stone Island, fino alle uniformi e le attrezzature della Marina Militare Italiana.
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