martedì 3 maggio 2016

CHI INVADIAMO ADESSO?

Peccato che resterà nelle sale italiane solo tre giorni, dal 9 all’11 maggio, perché Where to invade next, scritto, prodotto, diretto, interpretato da Michael Moore è un film davvero da vedere. L’autore 

racconta come sono affrontate certe importanti tematiche in Usa rispetto ad altri paesi. Il tutto con dati documentati, ma soprattutto ironia, comicità, quel pizzico di retorica fondamentale per trascinare, una dose limitata, ma quanto basta di surreale, e perfino un po’ di ottimismo,  sempre assente  quando si tratta di un certo genere di problemi. Il regista, nella prima divertentissima scena, è chiamato a Washington, dai potenti del Pentagono, preoccupati di perdere tutte le guerre. Moore, chiede loro  di ritirarsi e prende in mano le invasioni, da cui il titolo. E così in giro per il mondo ruberà idee giuste da portare in America, piantando ogni volta la bandiera del conquistatore. Il tour inizia in Italia dove scopre  che esistono le vacanze pagate, perché un lavoratore non stressato rende di più. Prosegue in Francia dove nelle mense scolastiche, anche dei paesi o dei quartieri più poveri, i bambini mangiano piatti ben equilibrati e gustosi come quelli cucinati da uno chef stellato. In Finlandia viene a sapere che non esistono i compiti a casa, però  c’è il più alto livello d’istruzione. In Norvegia la recidività nei carcerati è del 20% (la più bassa del mondo) contro l’80% negli Usa (la più alta)eppure le prigioni hanno il confort di un hotel  e per 120 detenuti, assassini compresi, ci sono tre guardie non armate. In Slovenia l’ università è gratuita e tanti americani vanno lì a studiare. In Germania i lavori sono ben retribuiti e  permettono molto tempo libero. L’assenza di lotta alla droga ha fatto scomparire la droga in Portogallo. Fino arrivare all’Islanda dove   nel 1980 c’è stata la prima donna presidente e nella catastrofe delle banche del 2014 solo una si è salvata , guarda caso gestita da donne. Un’unica puntata extra Europa è per andare in Tunisia,fresca di rivoluzione e scoprire come le donne sono emancipate. Ogni situazione è documentata con numeri e testimonianze. Moore con gli intervistati ironizza, nessuno è rappresentato come un dio o un eroe, tutti sono persone probabili, normali, di buon senso. E sempre, continuo c’è il confronto con il sogno americano. Fallito. Infranto. Quasi due ore di film in cui non solo non ci si distrae mai,  ma si è così tirati dentro nella storia  da avere spesso la voglia di applaudire. Il film è presentato da Nexo Digital e Good Films.

    

Nessun commento:

Posta un commento