giovedì 6 marzo 2014

15 MINUTI DI CELEBRITA'


 Scarlett Johanson e Ashley Greene in Sachinbabi
 Sachinbabi,  marchio americano
Quanti negli anni Cinquanta sapevano  che Audrey Hepburn vestiva Givenchy in Colazione da Tiffany oltre l’attrice e Monsieur Hubert?  Pochissimi, la costumista, i parenti stretti, forse qualche ricca signora che frequentava l’atélier del sarto.Adesso lo sanno in molti, anche chi non si interessa di moda o chi il film non l’ha mai visto. Tutto è iniziato negli anni Ottanta con Richard Gere in American Gigolo vestito da Giorgio Armani. Con lunghi close up su still life di camicie, in abbinamento con cravatte e pantaloni.  Da quel momento è stato tutto un susseguirsi  di marchi e firme sul grande schermo, e non solo. Sul piccolo,  nei festival, nelle premiazioni. C’è chi al cinema resta  a vedere i titoli di coda e non per avere informazioni sulle musiche  o per assicurarsi con l’ultima scritta che non hanno maltrattato gli animali. Ma per  scoprire   che  la gonna   della protagonista è di quel marchio di cui due settimane fa ha comprato una sciarpa. E i giornali coltivano  questa curiosità  citando  di chi era l’abito portato da una certa attrice in una certa scena.  Ma anche nella vita  privata e non solo per il  red carpet. Per i capi più semplici , le tute, i piumini,  con cui le dive diventano umane, imitabili, punti di riferimento   facili da seguire. Se  agli Oscar il tappeto rosso è gremito di smoking e abiti da sera di maison italiane  e francesi, in Italia sbarcano con successo marchi d’oltreoceano preceduti da immagini di attrici che lì indossano  abitualmente. Diventa più invogliante all’acquisto il fatto che Scarlett Johanson o la Twilight girl Ashley Greene, li adorino, piuttosto che sapere che sono capi di grande creatività, ottimi tessuti, e tagli perfetti e donanti. Chissà se lo stimolo è una inconscia identificazione  con la celeb  o  una convinzione, sempre inconscia, che con quel capo si potrà avere quei 15 minuti di celebrità a cui alludeva  Andy Warhol?    

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