Virgil Oldman (Geoffrey Rush) in "La migliore offerta"
Per quanto si parli d’
innovazione, la moda maschile sembra sempre la stessa, con solo piccoli
mutamenti. Mai niente di eclatante. I pantaloni non si allungano e non si
accorciano come le gonne. I colletti
possono ridursi, allargarsi, diventare più geometrici o al massimo scomparire .
Ma non si vedranno mai scolli davanti o dietro moderati, profondi, vertiginosi. Le linee possono essere più o meno asciutte, ma non ci saranno mai
capi strizzati, dipinti addosso e ancor
meno giacche o cappotti a sacco, a trapezio, extralarge. Anche sui colori non
si può puntare. Difficile pensare a total look verdi o rosa shocking, proposti e riproposti invece per la donna.
Eppure l’eleganza nell’uomo esiste e non
significa attenersi al classico e
ai tessuti deputati. Virgil Oldman (Geoffrey Rush) di “La migliore offerta” (il
film di Tornatore nelle sale ora) riesce a stupire per il suo modo di vestire,
raffinato, ma mai lezioso o effeminato,
tra le righe, ma soprattutto mai banale. Eppure indossa completi(firmati Brioni) con gilé e cappotti diritti. Ed è un signore
sessantenne, non certo con il fisico del modello. Alle volte osa ai polsi della
camicia bianca enormi bottoni dorati, o cravatte in forte contrasto
cromatico. Eppure niente di quello che indossa è forzato o fuori posto. Giochi
di equilibri, calibratura dei dettagli, attenzione ai tessuti, rigore, ma
fantasioso, negli accostamenti. Una
ricetta vecchia forse, ma infallibile. La dimostrazione si può avere al Pitti
Uomo, entrando negli stand, toccando i capi, studiandoli da vicino senza fermarsi alla visione d’ensemble,
sempre un po’ piacevolmente ruffiana. E
il nuovo progetto I Play, con proposte che
uniscono lo stile metropolitano al tecnico sportivo, è un’ulteriore
sfida-conferma.
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