sabato 22 settembre 2012

MINIMALE FEMMINILE


Meno male che il minimale (mi si perdoni il bisticcio) sta scomparendo. Dopo anni di mortificanti mises o tetri ambienti dove perfino il fiore doveva essere senz’anima e colore, c’è stato un ravvedersi generale. Questo  non significa  che si debba puntare al revival del rococò nell’arredo e al festival di ruche e volant nel vestire. Anche perché, soprattutto  nella moda, la linearità proclamata  dal minimalismo  è  un valore aggiunto.  E’ quello che ha reso indistruttibile, dopo sessant’anni, il tubino nero. Il famoso “less is more” non è una frase fatta senza contenuto.  L’essenzialità è un ottimo punto di partenza,  se non si dimentica l’obiettivo fondamentale di un capo: essere donante, femminile.
 Dall'alto. Cividini, Jenny
Vuol dire lavorare di ricerca e trovare spunti e dettagli giusti.  Nella collezione di Maurizio Pecoraro, per esempio, sono svariati. Sono il grande fiore dipinto sullo spolverino coordinato all’abito  ultrasemplice. E’ la zip  sul dietro  della blusa diritta. E’ una pennellata di colore a sorpresa che movimenta il tubino monacale  . Un drappeggio   nel top , una  pieghettatura particolare nella gonna, un profilo di Swarovski su uno scollo. Cividini  ha un diverso approccio. Lavora sui capi basic  o i grandi classici e li rende non convenzionali e più femminili. Il giacchino in maglia, con dei trafori, diventa malizioso. L’abito con la gonna a pannelli si movimenta con alcuni di questi non fermati e ondeggianti.    La Chanel Jacket  è  vivacizzata dall’uso di una garza di lino da cui traspare la fodera bianca.  Gli stampati a fiori ci sono, ma sfumati, tanto da diventare delle geometrie.  Da Gabriele Colangelo  le linee degli abiti sono rigorose, squadrate, sembrano inserite in figure geometriche, ma l’accostamento di materiali opposti  crea un effetto imprevisto e sensuale.  Grande pulizia di linee da Jenny. C’è un recupero dei capi classici come il pantalone con pinces   realizzato in pelle. Molti gli accostamenti di voile e pelle o di seta e pelle. Il lungo abito bianco ha un taglio sul  davanti alla Fontana, il top drappeggiato è in nappa , con una luminosità particolare.  Uma Wang ,  star cinese del  Salone White, ha volutamente insistito sulla passerella nell’ accentuare il tono austero  e monacale della sua collezione, con una totale assenza di accessori e  nessuna concessione ai  tacchi  alti. Eppure  sono molti gli elementi  di seduzione. Sono una plissettatura sulla manica  dell’abito. Una grande apertura  tonda sul dietro del gilet da uomo. Un imprevisto nude look che si intravvede sotto il severo giacchino di lino nero.  Anche  le asimmetrie  e le irregolarità degli orli sono dettagli imprevisti e intriganti. 

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