Dall'alto, la piscina interna e il bar |
A
vederla così dall’esterno la sua architettura “arrotondata”
sembra un po’ forzata, involuta. Ma quando si entra nell’Hotel Larimar a
Stegersbach, nel Burgenland, si capisce che quella forma ha un suo perché. Riproduce quella di un uovo, l’elemento
simbolo della vita, dell’accoglienza, del “coccolamento”, che ben si adatta a
un albergo, dove le terme sono una delle ragioni di esistere. Costruito cinque
anni fa, domina una valle, è
circondato da un campo da golf di
50 buche (2 da 18, 1 da 9 e 1 da 5 per i principianti) e sfrutta le sorgenti di
acque termali della zona. L’albergo si sviluppa intorno alle tre piscine, con
acque a 36 gradi l’interna, a 34° e 24° le esterne, di cui una con nuoto controcorrente.
Costituiscono la parte centrale della struttura, mentre nelle due ali speculari
ci sono le zone comuni al piano terreno, le camere al primo e al secondo piano.
Inutile dire che anche
nell’arredo materiali, design e
colori seguono principi ecologici, spesso legati all’Oriente. In particolare i colori sono
quelli dei quattro elementi: il rosso del fuoco, le tonalità di beige per la
terra, l’azzurro pallido per
l’aria, l’azzurro più intenso per l’acqua. Trattandosi di un hotel termale
l’azzurro è il colore dominante,
come ribadisce il grande pannello e il bar, effetto acquario, subito
dietro. L’azzurro è anche il colore del Larimar, pietra vulcanica caraibica dalle straordinarie
proprietà terapeutiche che dà il nome all’hotel. Le 111 camere sono nelle quattro tinte e il cliente, compilando
un questionario on line, può avere la camera del colore che più gli si adatta.
L’operazione “coccolamento” non si ferma all’architettura e all’arredamento, ma
procede con la spa dotata di sauna, bagno turco, bagno al vapore e tutta una
serie di trattamenti. Questi vanno dai
massaggi tradizionali al peeling al cacao, dallo shiatsu e l’ayurveda
indiano all’huna hawaiana fino allo shaolin. Sicuramente il più interessante, lo shaolin è giocato sulla pressione delle mani ed eseguito da due surreali monaci
cinesi, che la mattina impartiscono lezioni di Thai-chi. Ottimo il ristorante, che usa ingredienti del territorio per una cucina internazionale,con deviazioni sapienti sull’orientale.
Last
but not least l’albergo è aperto ai cani, ovviamente con padroni, anzi per loro esistono ben 11
camere al pian terreno, con giardino privato, dotate di cuccia e ciotole. Per
l’ accesso alle parti comuni c’è un sistema di “doccia per zampe”, c’è un’area verde per le corse in
libertà e addirittura un laghetto, non di acqua termale, per nuotate
corroboranti(www.larimarhotel.at).
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