mercoledì 8 gennaio 2020

DANDY? RINASCIMENTALE? ECOLOGICO E PROBABILE





La moda maschile si dà una regolata. Questo dice il Pitti Uomo a Firenze dal 7 al 10 gennaio, di cui il tema sono le bandiere, pezzo di stoffa sempre in movimento e mai muto. Sarà per via del mercato, sarà perché è finito il tempo di stupire a tutti i costi, sembra completamente bandita la stranezza fine a se stessa. Si punta sul tessuto, non è una novità, ma si cerca anche il particolare caratterizzante. Magari prendendo dagli archivi e contemporaneizzando. Cucinelli punta sull’uomo metropolitano e mischia capi classici a sportswear. Sul completo in velluto corduroy o sul gessato mette il giubbotto sportivo. Sotto l’abito il pull norvegese. Creatività anche nello smoking rivisto in Principe di Galles. C’è chi ha parlato di un uomo rinascimentale. Carlo Pignatelli è uno di quelli, con le dovute mediazioni. Nella capsule di 25 pezzi prende come riferimenti il vulcano e quindi il fuoco e il pozzo e quindi l’acqua. Così nelle giacche e nei cappotti, prevalentemente after eight e tutti realizzati in Italia (come dice l’etichetta Fatto in Italia) propone jacquard, ricami, dettagli, colori che evocano i due elementi. Ad accompagnare la presentazione mini brani di musica dei Subsonica su acqua e fuoco, da ascoltare in cuffia. La leggerezza continua a essere il punto forte di Tombolini. Al classico affianca giacca e pantaloni da jogging, ma sartoriali. In stand attesi e applauditi calciatori e big della Roma di cui è Official Fashion Partner. Massimo Rebecchi per Yuko, brand toscano nonostante il nome, al Bar Agatha propone giacconi e cappotti in tessuti della tradizione maschile con tocchi innovativi, come la fodera in neoprene o coloratissima, o il cappotto sartoriale in materiale tecnico. Vestire sportivo e urbano sono sempre più vicini. Lo sportivo è meno colorato e con forme più curate. L’urbano si sbizzarrisce nelle tinte e prende in prestito i materiali. A questo proposito sostenibilità e attenzione al pianeta sono in primo piano. Schneiders di Salisburgo, guru del loden, inventa l’Eco Montgomery, classico con una zip sotto la chiusura ad alamari, realizzato con una filiera corta: tessuti, accessori e lavorazioni tutti a km quasi zero. Daniele Fiesoli, brand fiorentino con 750 punti vendita in 26 Paesi, crea una linea con l’Upcycled Cashmere ricavato dal riciclo di abiti e riciclabile. Oof wear (la prima parte del nome curioso deriva da un’opera di Edward Ruscha) tra  piumini e giubbotti reversibili all’80% ne ha svariati con imbottitura ecologica da comprimere, per il viaggiatore intelligente, in un sacchetto. Nelle calzature il modello dominante è lo scarponcino stringato da rocciatore. Lumberjack lo propone con suola da sneakers, Testoni lo rivede in lussuoso coccodrillo( in basso). Tra gli eventi di richiamo il primo uomo di Chiara Boni nel jersey iconico, la presentazione di Woolrich che alla Dogana ha ricreato una foresta innevata(al centro) e il cocktail di Momonì con musica latino-americana e ballerine-angeli su altissimi trampoli. Jil Sander, disegnata da Lucie e Luke Meier, ha sfilato nello scenografico refettorio quattrocentesco di Santa Maria Novella. Mentre Otherwise Formal, selezione di vari brand rappresentativi del nuovo formale (in alto), a cura di Dust Magazine, ha scelto come passerella il cortile della Fortezza con le sue bandiere (al centro).


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