mercoledì 30 gennaio 2019

UNA FORTEZZA DI TRENT'ANNI


Un progetto triennale con una serie di azioni, oltre che naturalmente uno spettacolo, è quello che ha programmato la Compagnia della Fortezza, costituita dai detenuti della Casa di Reclusione di Volterra, per i trent’anni di attività.  E’ un progetto itinerante, partito da Volterra e continuato a Pisa già nel 2018, ora approdato a Milano, prima di proseguire per Bologna e Cagliari. Da ieri fino al 10 febbraio è, appunto, a Milano, al Teatro Menotti. Una scelta non casuale, dato che nel 1993 una delle prime tournée della Compagnia è stata in Liguria, grazie proprio a Emilio Russo, attuale direttore artistico  del Tieffe Teatro Menotti. “Il mio rapporto con questa banda di pazzi dura da quasi trent’anni, ma continuo a provare l’emozione di assistere a uno spettacolo unico” ha detto visibilmente emozionato Russo alla presentazione dell'iniziativa. “La storia della Compagnia è una storia di sopravvivenza, dietro ogni spettacolo c’è un tema, ma anche una guerra per affermare il senso della Compagnia. Al momento della prima tournée sembrava che tutto dovesse morire” ricorda Armando Punzo direttore artistico, fondatore e regista della Compagnia (al centro della foto di Stefano Vaja). E tutto questo e molto altro è raccontato nel progetto che comprende Una luminosa lontananza, mostra fotografica di Stefano Vaja. Nel foyer del Teatro Menotti, fino al 10 febbraio, ripercorre gli spettacoli, gli allestimenti, i costumi e i momenti unici della Compagnia. Il 5 febbraio segue la lectio magistralis  Voglio sognare un uomo e imporlo alla realtà di Armando Punzo, con il coordinamento di Arianna Frattali dell’Università Cattolica di Milano. Racconta il lavoro di regista che non si pone, come si potrebbe pensare, per obiettivo la rieducazione e il reinserimento sociale dei carcerati, ma segue un percorso per la riaffermazione del diritto di ognuno di loro a esistere come individuo. Sempre il 5 febbraio è programmata la proiezione del docufilm di Domenico Iannacone Sguardi sulla Fortezza. Che indaga su cosa spinge un uomo libero come Armando Punzo a varcare la soglia di un carcere ogni giorno, per anni. Segue uno workshop, dal 6 al 10 febbraio, con partecipazione gratuita per 15 uomini, dai 18 ai 50 anni, e 5 donne, dai 18 ai 30, che potranno seguire in diretta la regia, la drammaturgia, le prove e alcuni  andare anche in scena. E infine l'8, il 9 e il 10 ci sarà lo spettacolo Beatitudo, liberamente ispirato all’opera di Jorge Luis Borges. Perfettamente coerente con l’intento di Punzo, che non vuole partecipare o raccontare la realtà contemporanea. “Non c’è possibilità di identificarsi nelle storie di Borges, Borges mette in discussione tutte le realtà, bisogna trovarne una all’interno”.

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