domenica 13 gennaio 2019

ALTERNATIVO, ECCENTRICO, ANZI PROBABILE




L’uomo probabile esiste, e non è né noioso, né grigio. Un esempio? Quello di Eleventy, che veste i capi del guardaroba classico, ma rivisti con tagli, dettagli, colori, tessuti inediti. ”Cerco di interpretare le esigenze del mercato” spiega Marco Baldassari direttore creativo. Per il completo usa un velluto a coste grosse. Sceglie il bianco e il rubino come colori, mette le pinces nei pantaloni. Introduce l’aspatura per la maglieria, un trattamento che fa esplodere le fibre dando quell’aria invecchiata-chic (in alto). L’uomo probabile può essere anche alternativo. Lo si è visto in queste sfilate milanesi, nascosto sotto sovrapposizioni inconsuete di capi sartoriali, da Bed J.W.Ford, brand del giapponese Shinpei Yamagishi, alla seconda sfilata a Milano. Il nome viene da Bedford, la città, dimezzato, con inserite le cifre per renderlo  un nome proprio (secondo dall'alto). Danilo Paura propone sul palco del Teatro Gerolamo, piccolo gioiello di fine 1800, capi per lei e per lui dal taglio tradizionale che giocano con mixaggi e inserti: il maglione con quattro quadrati di colori diversi, la camicia con due stampati, i quadrettati in contrasto sullo stesso cappotto, e tutto all’insegna del confort. Da John Richmond ritorno agli anni ’80 senza nostalgici revival. Ma con quel tocco in più. Come i punti metallici sparsi dappertutto, anche sul camouflage. Nero totale per lei, dal bomber in pelle al lungo di chiffon (terzo dall'alto). Daks celebra i 125 anni con una sfilata dai toni solenni. Dalle foto sul fondo della passerella, che scandiscono gli anni, alle musiche d’apertura e chiusura, Carmen e Casta Diva. La collezione, per donna e per uomo, s’ispira alle atmosfere british evocate in film e romanzi. I capi sono i classici, attualizzati senza eccessi.I tessuti e in particolare l’Anniversary Check, ideato per la ricorrenza, sono i protagonisti. Concettuale, come sempre, la presentazione di Etro che mette insieme specchi e l’io nello specchio all’avatar e alle maschere, dalla figura duplicata dei social al manichino come nostra estensione. Il tutto con il fil rouge del fantastico, ispirato alla natura. Ecco tessuti floreali per il completo, tridimensionali effetto corteccia o sottobosco per giacche e cappotti. In primo piano l’attenzione alla sostenibilità. Miao Ran, cinese dello Shanxi, per la collezione che porta il suo nome (Miaoran) guarda a Milano, dove vive da dieci anni. Come a Milano i palazzi sono grigi, austeri, non accoglienti ma con deliziosi giardini nascosti, così i suoi capi, di colori sobri e scuri, rivelano fodere in coloratissimi stampati  su disegno dallo stesso Miao Ran (a sinistra).  Santoni  sceglie come location un abbaino all’interno della galleria Vittorio Emanuele, e fa divertire gli ospiti con un’asta dove i lotti sono storie, il cui finale, non rivelato, se lo aggiudica chi fa l’offerta più alta.  Le storie parlano delle quattro linee. La Street con sneakers e dintorni, la Land con scarponcini da montagna, la Contemporary, dalla stringata allo stivaletto, e la Classic anche in coccodrillo. 

 

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