martedì 12 settembre 2023

SORPRENDENTI INNESTI

Sarebbe interessante sapere quanti milanesi doc, o che si ritengono tali, siano a conoscenza di Villa Clerici, che non solo è un palazzo settecentesco di pregevole fattura (sembra che l’architetto sia stato Francesco Croce, progettista della Guglia maggiore del Duomo) con un giardino all’italiana e un parco di notevoli proporzioni, ma ospita anche la GASC Galleria d’Arte Sacra dei contemporanei, una delle  maggiori raccolte di arte sacra del ‘900 e contemporanei con più di 3mila opere.  Un genere artistico davvero poco diffuso.  Si trova nel quartiere di Niguarda non lontano dall’Ospedale e vicino al Teatro della Cooperativa. Appare all’improvviso dietro a una superba cancellata, in fondo a un viale, in una piccola strada con anonimi edifici del Dopoguerra. E’ una vera sorpresa e una gioia per gli occhi.





Ieri si è inaugurata qui la mostra Innesti 23, curata da Luigi Codemo con Isorropia Homegallery, che prosegue fino al 15 ottobre. Come anticipa il titolo, nel percorso museale si innestano le opere di quattro artisti, di cui alcune site specific che mantengono il tema della tradizione religiosa. Ed ecco di Daniele Accossato le Veneri bendate (foto al centro) e  l’ala della Nike di Samotracia imprigionata in barre di legno, vicino ai piccoli bronzi di Floriano Bodini. Nell’immenso salone, dominato da un enorme e respingente Pio XII, con gli occhiali, di Francesco Messina, ecco gli acrilici su tela   Ho deposto il mio credo e Piccola attesa di Anna Caruso. Nelle sale vicino gli intriganti Cocoons (foto al centro)e Free use mix di bronzo e gesso di Federica Zianni
. Accanto, nel rosso il Cardinale Alessandro Farnese di Giusto Plan, di cui troviamo a sinistra dell’ingresso  una Pietà e una Conversione di S.Pietro. A far da cornice, e normalmente sempre presenti, oltre ai già citati, sculture e dipinti di Felice Casorati, Giacomo Manzù, William Xerra, Aligi Sassu, Kengiro Azumo, Pericle  Fazzini, Giorgio De Chirico, per nominarne solo qualcuno. Merita più che uno sguardo il retro della villa con parco e un’enorme costruzione con colonne e capitelli, quasi un palcoscenico, dove in estate si tengono concerti. La Villa a fine settecento fu ribattezzata Villa di delizie in terra di Niguarda e il nome è appropriato.


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