Scelta coerente e intelligente l’ADI Design Museum di Milano per la mostra Stefano Chiassai. Oltre il lockdown. Disegni, tessuti, colori. Certo il design è al centro dell’attenzione, ma è anche vero che il museo è legato all’arte, all’attualità, nelle libreria ci sono testi interessanti difficilmente reperibili altrove. Un ambiente quindi perfetto per una mostra multidisciplinare che testimonia un periodo recente attraverso gli estrosi disegni di Chiassai.
Toscano, formatosi all’istituto d’arte di Firenze, l’artista, collezionista di 20mila capi vintage, ha un importante curriculum nella moda alle spalle: fashion designer con un suo marchio, docente di Menswear Fashion Design al Polimoda di Firenze, stilista per la linea uomo di Fendi. All’ADI espone una serie di disegni a pennarello realizzati uno al giorno dall’8 marzo 2020, data inizio lockdown, fino al 31 dicembre 2020. Raccontano pensieri, paure, fatti, con molti riferimenti all’attualità, ai personaggi che hanno dominato le cronache. Da Boris Johnson con la sua immunità di gregge, alle iniziative di politici e virologi italiani, alle proposte stralunate di Trump. Per ognuno un titolo che mette in luce soprattutto le parole sprecate, gli errori, le confusioni, ma sempre sul filo dell’ironia, senza aperte condanne. Molti i tratti geometrici ma anche molte le parole che spuntano in ogni angolo dei disegni per insistere, appunto, sul bla bla bla, cioè le tante cose dette, risapute e non, inutili, senza senso, durante il periodo. Un ritorno al passato per far rivivere un anno scuro, certo ma, come dice l’ultimo disegno del 31 dicembre 2020, "che si scontra con il colorato e luminoso nuovo anno della rinascita". Anche se proprio così non è stato. Oltre alla galleria dei disegni in una sala un’installazione immersiva che ribadisce il rapporto di Chiassai con il design. Dalla parete con la tappezzeria site specific all’enorme tappeto con parole e segni tipici suoi, ai 17 arazzi su tela jacquard di cui alcuni riprendono i temi dei disegni, alle poltrone con i braccioli fatti come braccia umane, al tavolo di vetro decorato con i suoi colori, fino al trench, ai pantaloni, al cappello con la lunga visiera “per guardare lontano”(foto al centro). Pezzi unici che potrebbero essere solo modificati per esigenze di taglie e dimensioni. Le foto di molte di queste opere sono raccolte nel volume Diario di un lockdown.8 marzo 2020-31 agosto 2021 edito da Silvana Editoriale. Chiassai, infatti, qui espone il suo lavoro fino al 31 dicembre 2020, ma ha continuato con le sue quotidiane creazioni fino al 21 agosto 2021. La mostra è aperta da oggi fino al 4 aprile, dalle 10,30 alle 20. Chiusa il lunedì.
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