giovedì 16 luglio 2020

SI', LA MODA E' TUTTO UN FILM



C’è un grosso impegno di creatività in queste Fashion Digital Week, per riuscire in streaming a rendere le proprie collezioni emozionanti.  Certo gli effetti facili sui video sono più semplici da ottenere che nella realtà, ma riescono meno a colpire nel segno. Ha incominciato l’Haute Couture a Parigi, poi sempre a Parigi c’è stata la moda maschile e in questi giorni a Milano, sotto l’egida e l’organizzazione impeccabile di Camera della Moda Italiana c’è la moda maschile, con qualche anticipazione della donna. Molte maison, non tutte, sfileranno dal vivo a settembre, se tutto andrà bene. Ora la passerella è sostituita da corti che durano qualche minuto in meno di una sfilata, non hanno attese ne strascichi, neanche permettono distrazioni ma anzi favoriscono la concentrazione. Possono essere impostati come dei film con un racconto o una storia oppure sono dei video di backstage di sfilate o d’atélier o ancora dei flash d’archivio oppure un’intervista o delle considerazioni dello stilista a commento dei capi. Tendenze? Non emergono così chiaramente, o meglio c’è molto più interesse da parte delle singole case a distinguersi e le diverse cornici aumentano questa varietà. Quello che si può notare di comune è uno sguardo al futuro più concreto. Il Covid-19 è arrivato improvviso, inaspettato, ha cambiato tutte le carte in tavola e soprattutto ha imposto un pragmatismo, una visione più attenta delle cose. C’è chi parla di semplicità come antidoto alla crisi, chi di colori forti e allegri. Chi pensa che la qualità debba essere l’obiettivo primario da seguire. Chi guarda e ricerca con sempre più coerenza alla sostenibilità. Quanto alle situazioni scelte il futuribile è tra le più accreditate così Han Kjobenhavn, brand di Copenaghen (foto al centro), con i suoi personaggi ispirati all’anatomia e all’evoluzione della specie o Fabio Quaranta con il suo Iperurania (foto in basso). Chi preferisce cornici romantiche come il piccolo parco intorno alla palazzina Liberty a Milano di notte, come il turco Serdar Uzuntas per la sua collezione Costantinople o una serra di piante grasse come David Catalan. Molti e importanti gli interventi musicali, dai suoni metallici, oltre l’heavy metal, di chi guarda al Tremila al più melodico  repertorio italiano, anzi napoletano dei Volo live, in linea con gli stampati ispirati alle ceramiche di Vietri, da Dolce & Gabbana.  Una sfilata vera con pubblico in mascherina nel campus dell’Humanitas University al cui istituto per la ricerca verranno devoluti i compensi di chi ha lavorato all’evento. (In alto un esempio di stile neo-urbano di Manuel Ritz).

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