A vederli così, sui manichini
senza testa, non sono attraenti. Hanno un che di militaresco e poi
quei colli o cappucci, tutti con pelliccia, suonano come una
provocazione per gli animalisti e i simpatizzanti tali. Poi se si guardano
attentamente uno per uno si scoprono linee, tagli, dettagli, inserti, accostamenti
che li rendono diversissimi l’uno dall’altro. Soprattutto non capi
Costume, ma attuali, in linea con quel
concetto di funzionalità spesso nascosto dietro un’apparente estetica fine a se
stessa. Ed è il fil rouge che li lega
l’uno all’altro, oltre al fatto di appartenere allo stesso brand, Project Atigi.
Più che di brand è giusto parlare di progetto, in quanto la collezione nasce
dall’idea e poi dalla collaborazione tra Canada Goose, azienda di abbigliamento
per meteo estremo nata in un piccolo magazzino
di Toronto nel 1957, e diciotto designer di dodici comunità dell’Inuit
Nunangat, la regione più fredda del Canada, che fanno capo all’organizzazione
ITK (Inuit Tapiriit Kanatami). Insieme hanno creato novanta parka mixando la sperimentata
tecnologia antifreddo dell’azienda con la creatività e le tradizioni
artigianali degli Inuit. Ed è per questo che i capi sono così diversi l’uno
dall’altro nelle forme e nei particolari. Elementi che da un primo sguardo
potrebbero far pensare a simboli militari si rivelano in realtà parte di un racconto di viaggio. Può essere una fettuccia
in colore contrastante, un’ applicazione di frecce, una stella ricamata, una riga
che attraversa tutto il parka o anche un camouflage, ma riveduto. Svariate anche le linee, dalla giacca più
stretta in vita a quella con una specie di marsina, a quella con un gioco di
balze decisamente femminile. La collezione per il prossimo inverno, presentata
a Parigi durante le sfilate dell’uomo a fine gennaio, è in vendita sul sito canadagoose.com e in store selezionati dell’Europa e del Nord America. Il ricavato delle vendite,
attraverso ITK, andrà alle comunità Inuit per progetti educativi, occupazionali
e di tutela culturale.
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